Campidoglio / Parella | 11 luglio 2025, 17:15

Cassonetti degli abiti usati svuotati: il “fenomeno” che trasforma le strade in una discarica

“Questi contenitori andrebbero spostati nei centri di raccolta, non lasciati lungo le vie” denunciano i cittadini

La foto scattata da un residente in corso Gamba

La foto scattata da un residente in corso Gamba

Con l’arrivo dell’estate e il conseguente cambio di stagione, torna purtroppo anche un triste copione che ormai si ripete ciclicamente: i cassonetti per la raccolta di abiti usati, pensati per aiutare le persone in difficoltà, vengono saccheggiati e svuotati in mezzo alla strada, con vestiti, scarpe e tessuti sparsi ovunque sul marciapiede.

Succede in corso Enrico Gamba, zona basso San Donato, dove una foto mostra un individuo entrare completamente dentro un contenitore per gli abiti usati, usando un bidoncino per gli oli esausti come trampolino. Una scena quasi surreale, che ha indignato i residenti.

La denuncia arriva dai cittadini

La fotografia è stata condivisa da un residente esasperato, che racconta come episodi simili non siano affatto rari. “Parliamo sempre degli stessi personaggi - spiega -. Per loro questi cassonetti sono dei magazzini a cielo aperto. Scelgono solo quello che interessa, il resto rimane a terra. Poi, a pulire, ci pensa il quartiere”.

L’amarezza cresce non solo per lo spreco di un servizio pensato a fini solidali, ma anche per il degrado e la sporcizia che ne conseguono. “Questi contenitori dovrebbero essere in centri di raccolta chiusi, non in mezzo alla strada. Così diventano un problema per tutti”, aggiunge Rosario, altro residente della zona.

Da risorsa a problema?

I cassonetti per la raccolta di abiti usati sono un servizio utile, nato con intenzioni nobili: dare nuova vita a indumenti ancora in buone condizioni, aiutando associazioni e persone bisognose. Ma se il sistema viene sabotato o abusato, il risultato è l’opposto.

Soprattutto nei quartieri periferici o ad alta densità abitativa, episodi del genere si moltiplicano. Alcuni cittadini chiedono che i contenitori vengano rimossi dai marciapiedi e posizionati in aree protette o recintate, per evitare che si trasformino in “distributori gratuiti” per pochi e fonte di degrado per tutti gli altri.

Philippe Versienti

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Johanna Finocchiaro

Buongiorno, Good morning, Bonjour, Buenos Días, Namasté!
Sono Johanna. Classe 1990, nata a Torino, appassionata di musica, viaggi, lingue straniere e poesia. Già, POESIA.
Scrivo sin dalla tenera età (mi sono innamorata di lei al nostro primo incontro, alle scuole elementari) e leggo, leggo tanto, sempre e ovunque. La mia massima fonte d'ispirazione è la natura e l'arte sua complice: mi conquistano l'immediatezza, la forza comunicativa, la varietà di forme e concetti espressi, la contraddizione.
Viaggiando ho compreso quanto il mondo sia immenso, dinamico ed io piccola. Mi ci sono adattata, pian piano, stravolgendo i piani e spostando i limiti. Oggi, continuo ad essere curiosa. E gioiosa. Mi occupo di divulgazione culturale e ho all'attivo quattro pubblicazioni: Clic (L'Erudita Editore), Ramificare (Eretica Edizioni), Specchi (Scrivere Poesia Edizioni), L'Atto versato (Edizioni Il Cuscino di Stelle). Obiettivo primario: sostenere una cultura consapevole, socialmente impegnata.
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E POE...SIA!
Questa rubrica nasce sotto una buona stella o così mi piace pensare; si propone, con determinazione, di avvicinare il lettore a un genere letterario incompreso quanto testardo: la poesia.
Perché no!? Perché non recuperarla dal cassetto, vestirla con abiti nuovi, freschi, darle una possibilità? La possibilità di emozionarci, semplicemente questo: riflettere, sentire qualcosa, qualsiasi cosa, con e grazie a Lei.
Allontaniamoci dall'impostazione scolastica e dall'“analisi del testo”, lasciando spazio, invece, all'analisi del SENSO. Senso che sta per ragione e sensazione insieme. Impariamo a cercare la domanda, prima della risposta. E accendiamo il pensiero, tra racconti e storie positive che vado scovando per il mondo. Che dite, ci lanciamo nel viaggio? Al trasporto provvedo io!

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