Sanità | 13 settembre 2025, 07:22

Un nuovo robot nel reparto di Urologia delle Molinette [VIDEO]

Grazie al singolo braccio il chirurgo può operare in spazi ristretti e con un solo ingresso addominale, per maggior benessere dei pazienti

Ad operare nel reparto di Urologia, alle Molinette, c'è un nuovo robot. Si chiama "Single Port" e la sua caratteristica è che ha un braccio anziché quattro, come i suoi predecessori. Il risultato? Un solo foro di ingresso nell'addome - quindi meno problemi per il paziente - e operazioni eseguite in uno spazio più ristretto - quindi minor sanguinamento, miglior ripresa e meno dolore post operatorio.

"È sufficiente uno spazio grande come una pallina da tennis - ha spiegato il dottor Paolo Gontero, direttore della struttura complessa di urologia alle Molinette - e una sola porta di accesso all'addome del paziente, di 2 centimetri e mezzo".

Piccole manovre

Con questo nuovo macchinario i chirurghi della Molinette potranno eseguire interventi di chirurgia ricostruttiva che necessitano di un minor spazio di manovra. Inoltre, questi macchinari riducono il numero di medici necessari alle operazioni. "Il chirurgo principale sta in una sala comandi - ha proseguito Gontero -, che può fare lui stesso l'accesso chirurgico al letto e uno strumentista di sala operatoria è in grado di fare da aiuto. Di fatto mono chirurgo, la chirurgia tradizionale ha bisogno di almeno due, tre, a volte quattro chirurghi".

La donazione

Il robot è frutto di una donazione di 2,7 milioni di euro da parte della Fondazione Crt e, essendo parte dell'Azienda Ospedaliero Universitaria della Città della Salute, potranno usufruirne anche gli studenti di medicina dell'Università di Torino. "Tutto questo non sarebbe possibile senza la Fondazione Crt - ha commentato la direttrice della Scuola di medicina, Paola Cassoni -. che ringrazio anche per la fiducia che ha dato all'Università per poter utilizzare questo strumento".

Francesco Capuano

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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