Vedova e Tintoretto in un faccia a faccia artistico per la mostra a Palazzo Madama dal 19 settembre al 12 gennaio.
Due maestri veneziani in un dialogo che attraversa i secoli. Sette opere di Jacopo Robusti (1518-1594) detto il Tintoretto si confrontano con un centinaio opere di Emilio Vedova (1919-2006), allievo d’elezione del maestro manierista. Tintoretto fu infatti formativo per artista informale.
“Tintoretto è stato una mia identificazione - scrive di lui Vedova -. Quello spazio appunto una sede di accadimenti. Quella regia a ritmi sincopati e cruenti, magmatici di energie di fondi interni di passioni di emotività commossa”.
Le opere
Tra le opere di maggior prestigio portate a Torino, le ancone dei Camerlenghi e il Ciclo delle Metamorfosi, ma soprattutto l’Autoritratto del 1588 in prestito dal Museo del Louvre, opera che divenne identificazione poetica e concettuali per tanti artisti da Manet a Sartre.
"Vedova guarda a Tintoretto"
“Abbiamo voluto evidenziare delle tappe importanti che fa capire come Vedova guarda a Tintoretto, all’inizio è un po’ accidentato, negli anni ‘30, quando era ancora in uno stato di prova. Dal ‘42, Tintoretto diventa scuola, interrogandosi sui punti focali della composizione del quadro. Si stava formando la sua idea di cultura che poi esplode nel 1947” spiega Gabriella Belli, curatrice della mostra.
“Tintoretto è la sintesi dell’arte del Rinascimento rappresentando la Serenissima dell’epoca, penso sia questo che abbia colpito Vedova. Il “nonno Tintoretto” lo ha accompagnato per tutta la vita” commenta Giovanni Villa, direttore di Palazzo Madama.
Tra le opere giovanili di Vedova ispirate a Tintoretto, la Moltiplicazione dei pani e dei pesci, La Crocefissione, cui si aggiunge una monumentale installazione …in continuum compenetrazione/traslati ‘87/‘88: più di cento grandi tele assemblate le une alle altre, testimonianze dell’evoluzione di Vedova che continua con potenza visionaria il suo confronto con il maestro.
Per info: https://www.palazzomadamatorino.it/it/