"Fuori l'esercito da scuola e università." "Mim, ministero istruzione militare". "Repressione e censura su scuole e università”. Sono le scritte che si leggono davanti all'ingresso di Corso Vittorio Emanuele II, al civico 70, sede dell'Ufficio Scolastico Regionale.
Qualche decina tra docenti e studenti hanno partecipato nel pomeriggio di oggi, martedì 4 novembre, al presidio indetto da alcune sigle sindacali di base come Usb e Cub a cui hanno preso parte collettivi studenteschi e universitari e organizzazioni come Cambiare Rotta davanti all’USR. L’iniziativa è stata organizzata in occasione del 4 novembre, festa delle forze armate, proprio per denunciare la propaganda militare all’interno della scuola.
"Retorica militarista"
"Nelle scuole bambine, bambini, ragazze e ragazzi, vengono sottoposti ad una martellante campagna di arruolamento, ad una sempre più marcata propaganda nazionalista - si legge nel comunicazione diramata da Assemblea Antimilitarista - La presenza delle forze armate nelle scuole è sempre più invadente e il 4 novembre costituisce una data strategica per la retorica militarista.”
"Nella Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate - si legge - le istituzioni locali e gli istituti scolastici sono invitati per legge a promuovere eventi sul tema dell’unità nazionale, della difesa della “Patria”, sulla sicurezza e sul mestiere delle armi.”
Si è parlato inoltre di un convegno online promosso dall’Osservatorio contro la militarizzazione che sarebbe stato “vietato dal governo” in quanto, sostengono “i contenuti non sono coerenti con la formazione degli insegnanti”.
I fatti dell'Einstein

La mobilitazione arriva anche a seguito dei fatti avvenuti la scorsa settimana davanti ai cancelli dell’Istituto Einstein di via Bologna. Dove il volantinaggio da parte di esponenti di Gioventù Nazionale “contro la cultura maranza” era sfociato in scontri con la polizia e con l’ammanettamento di uno studente di 16 anni. A quell’episodio era seguita una presa di posizione da parte delle famiglie che avevano denunciato l’episodio di violenza, poi l’occupazione dell’istituto per qualche giorno da parte degli studenti e infine la lettera, siglata da dirigente e docenti, per provare a riaprire un dialogo.
Oggi al presidio davanti all'Usr di Corso Vittorio Emanuele, il cui ingresso era piantonato da una decina di agenti della polizia in tenuta antisommossa, erano presenti gli studenti dell’Einstein.
Un paio di loro, con una delegazione di docenti, sono saliti in audizione con il direttore generale dell’USR. Alla domanda se ci fossero sviluppi rispetto a quanto avvenuto una settimana fa l’USR avrebbe risposto di non esserne a conoscenza in quanto le indagini non sarebbero di loro competenza. Questo quanto riferisce la delegazione dopo l’incontro.
“L’atteggiamento è stato di ascolto, ma non di condivisione” hanno spiegato al termine i partecipanti alla riunione con il direttore dell’USR. E sulla propaganda militare, sostengono i docenti: "C'è bisogno di un lavoro di costante monitoraggio di quello che succede nelle scuole, anche se questo non porta risultati. Occorre che i collegi siano più partecipi nelle scelte dei percorsi formativi. Denunciamo i soprusi di cui siamo vittime”.














