Attualità | 04 dicembre 2025, 15:57

Torino riconosciuta Città compassionevole: "Ogni cittadino deve poter contare su rete di aiuto quando è in difficoltà"

Il progetto nasce da una proposta avanzata a Palazzo Civico da parte di Fondazione Faro: aderisce anche la Regione Piemonte

Torino è riconosciuta Città Compassionevole da parte del Public Health Palliative Care International. Il progetto nasce da una proposta avanzata a Palazzo Civico da parte di Fondazione Faro che, insieme a quella piemontese per la Ricerca sul Cancro, ha chiesto di avviare il lavoro necessario per individuare e realizzare interventi culturali e sociali in grado di offrire risposte più efficaci alle diverse fragilità che le persone sperimentano.

Rete di aiuto

Ad aderire anche la Regione Piemonte. Non si tratta di delegare il lavoro di cura di un anziano o malato alla famiglie, ad oggi sostenuto in larga parte delle donne. Ma l'idea è di creare una città in cui ogni cittadino sappia a chi rivolgersi quando vive una condizione di fragilità e possa contare su una rete di servizi, solidarietà e aiuto.

Mappatura iniziative 

La prima fase operativa del progetto prevede di mappare tutte le iniziative esistenti su un dato bisogno (nel pubblico e Terzo Settore), metterle in rete, dare loro visibilità, individuare le aree scoperte e progettare soluzioni integrative. Così ad esempio davanti ad un lutto, le persone potranno sapere dove trovare e ricevere supporto psicologico, sociale e pratico per tutto il tempo necessario. 

I commenti

"Questa iniziativa - ha chiarito Luigi Stella, Direttore Generale della Fondazione Faro - è la concretizzazione di quello che penso debba essere la nostra missione, volta ad assistere con cure palliative specialistiche le persone con malattia in fase avanzata e non lasciare solo nessuno". 

"Un centro come Candiolo - ha aggiunto Giammarco Sala, Direttore generale Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro - poteva nascere solo a Torino, che ha nel suo DNA l'attenzione alla cura e all'essere compassionevole".

Torino è la prima grande città in Italia a sposare questa iniziativa: il percorso è stato avviato, tra le altre, da Reggio Emilia e Lodi. In Europa fanno già parte della rete delle Compassionate Cities realtà come Bruges, Vic, Colonia, Berna e Birmingham.

"Torino - ha commentato il sindaco Stefano Lo Russo - fa i conti con il calo demografico e l'invecchiamento, a cui si sommano solitudini e fragilità. Oggi il sistema di tutela sociale pubblico, che avrebbe il compito intervenire, è lacunoso e questo fa sì che spesso tocchi alle famiglie farsene carico". 

"Questo progetto punta a costruire una città in cui ogni cittadino sappia a chi rivolgersi quando vive una situazione di fragilità, sia lui o un familiare" ha concluso.

Cinzia Gatti

Leggi tutte le notizie di E POE...SIA! ›

Johanna Finocchiaro

Buongiorno, Good morning, Bonjour, Buenos Días, Namasté!
Sono Johanna. Classe 1990, nata a Torino, appassionata di musica, viaggi, lingue straniere e poesia. Già, POESIA.
Scrivo sin dalla tenera età (mi sono innamorata di lei al nostro primo incontro, alle scuole elementari) e leggo, leggo tanto, sempre e ovunque. La mia massima fonte d'ispirazione è la natura e l'arte sua complice: mi conquistano l'immediatezza, la forza comunicativa, la varietà di forme e concetti espressi, la contraddizione.
Viaggiando ho compreso quanto il mondo sia immenso, dinamico ed io piccola. Mi ci sono adattata, pian piano, stravolgendo i piani e spostando i limiti. Oggi, continuo ad essere curiosa. E gioiosa. Mi occupo di divulgazione culturale e ho all'attivo quattro pubblicazioni: Clic (L'Erudita Editore), Ramificare (Eretica Edizioni), Specchi (Scrivere Poesia Edizioni), L'Atto versato (Edizioni Il Cuscino di Stelle). Obiettivo primario: sostenere una cultura consapevole, socialmente impegnata.
Mi trovate anche su Wikipoesia!

E POE...SIA!
Questa rubrica nasce sotto una buona stella o così mi piace pensare; si propone, con determinazione, di avvicinare il lettore a un genere letterario incompreso quanto testardo: la poesia.
Perché no!? Perché non recuperarla dal cassetto, vestirla con abiti nuovi, freschi, darle una possibilità? La possibilità di emozionarci, semplicemente questo: riflettere, sentire qualcosa, qualsiasi cosa, con e grazie a Lei.
Allontaniamoci dall'impostazione scolastica e dall'“analisi del testo”, lasciando spazio, invece, all'analisi del SENSO. Senso che sta per ragione e sensazione insieme. Impariamo a cercare la domanda, prima della risposta. E accendiamo il pensiero, tra racconti e storie positive che vado scovando per il mondo. Che dite, ci lanciamo nel viaggio? Al trasporto provvedo io!

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium