Un presidio per i lavoratori e per la Palestina davanti alla sede di Smat di corso XI febbraio. La protesta organizzata dal sindacato Si Cobas e dal collettivo Colpo ha radunato alcuni attivisti in protesta contro la società partecipata del Comune di Torino che gestisce le risorse idriche della provincia.
“Smat è Comune pagate i lavoratori. Stop agli accordi con Israele” e “Shanin libero. Nobody deported for supporting Palestine” sono alcuni degli striscioni srotolati davanti all’ingresso della Smat. Due le motivazioni che guidano il presidio. Tre lavoratori della ditta in appalto A.e G Riscossioni Spa che aspettano stipendi arretrati e la collaborazione di Smat con la società israeliana WaterTech.
“Abbiamo scoperto che l’azienda A.e G Riscossioni Spa che lavora in appalto e che si occupa della spartizione dei contatori sulla sede di Torino ha lavoratori solo a tempo determinato - spiega Fabio del sindacato Si Cobas -. C’è un limite legale, già questo non si capisce come sia possibile. È un’azienda che non ha pagato gli stipendi a tre lavoratori e che sistematicamente fa questa cosa se c’è in scadenza il contratto e c’è un conflitto con i lavoratori. Hanno avuto minacce di denunce. Ad oggi non sono stati pagati gli ultimi stipendi di due lavoratori mentre un altro non ha ricevuto lo stipendio di agosto."
Dalla vertenza la scoperta di acccordi con Israele
“Abbiamo scoperto grazie a questa vertenza che la Smat acquista i contatori da un’azienda israeliana che si chiama WaterTech che è parte di una holding attualmente impegnata nei territori occupati in Palestina”, sostengono i manifestanti.
“Abbiamo chiesto un incontro in giornata con Smat ma al momento non abbiamo conferma. Chiederemo anche un intervento del Comune in quanto società partecipata”.




















