Siamo seduti in un bel giardino, con una margherita in mano, torturando il povero fiore, staccandogli a uno a uno i suoi petali e chiedendoci: “M’ama o non m’ama?”. Forse voi lettori non lo fate ma alcuni di noi hanno compiuto gesti simili, romanticamente persi nell’amore.
Un filosofo britannico cerca di spiegarci cosa sia l’amore o forse cosa non sia e ci toglie molte delle nostre speranze in un articolo intitolato “Why will you marry the wrong Person?”, pubblicato dal New York Times un bel po’ di tempo fa.
La filosofia si è sempre occupata di grandi temi, quali l’amore e l’odio: quindi non ci giunge nuovo il fatto che filosofi contemporanei ne continuano a scrivere.
Alain De Botton ci suggerisce l’idea, nei suoi numerosi testi e articoli, che il concetto d’amore, almeno come spesso lo intendiamo, ha origine nel Romanticismo – e mi riferisco proprio alla corrente filosofica e allo Zeitgeist di un’epoca non così lontana. E noi, almeno qui in Occidente, siamo tutti eredi del Romanticismo, volenti o nolenti.
Secondo il Romanticismo, sul pianeta Terra, in qualche dove, si trova la nostra anima gemella e noi dobbiamo solo rintracciarla. E come la scoviamo? Con la bacchetta magica del sentimento e delle sensazioni, in modo quasi miracoloso. In ogni caso, quando l’abbiamo di fronte ce ne accorgiamo, ci illuminiamo… e da quel momento in poi tutto andrà bene, o almeno, così ci viene insegnato. Insomma, siamo di fronte a un lieto fine. O a un lieto inizio? Mi chiedo.
La favola dell’anima gemella, soluzione di tutti i nostri problemi, però, non regge. Purtroppo, è così. E le nostre nonne lo sapevano bene. Se secondo il pensiero filosofico romantico, la nostra anima gemella ci comprende completamente, sa leggere i nostri desideri più profondi e conosce tutte le nostre debolezze, la realtà spesso si svela diversa, molto meno idilliaca. Insomma, non siamo in un film della Walt Disney e sono sicura che i vostri nonni o genitori vi avranno detto che l’amore e il matrimonio sono faticosi.
Il pensiero di De Botton si sintonizza benissimo con quello di mia nonna Maria, che secondo me filosoficamente, almeno su questo punto, ne sapeva quanto lui. L’amore, la convivenza e il matrimonio sono faticosi, anche rose e fiori, ma non sempre. L’amore sicuramente esiste, ma la storiella dell’anima gemella sembra proprio una favoletta.
Avete visto il film “When Harry Met Sally”? L’inizio di una relazione non è un colpo di fulmine ma è un’amicizia, i due si conoscono lentamente e, lentamente, si abituano ai difetti l’uno dell’altro. Ma leviamoci dagli occhi il velo del romanticismo! L’amore sono farfalle, rose e fiori ma anche spine e fatica. Insomma, due individui con tutte le loro pecche e non perfetti cercano di incontrarsi veramente e di conoscersi per quanto sia possibile. Tutti siamo incerti nei passi verso l’incontro; non conosciamo l’altro e non sappiamo chi sia veramente, sentiamo attrazione, questo certamente. Forse la prima domanda che dovremmo porci quando incontriamo l’altra persona al primo appuntamento, magari a cena: quanto sei bizzarro? Strampalato? Le tue bizzarrie andranno d’accordo con le mie? Perché è questo il punto di De Botton, tutti noi siamo un poco bislacchi e balzani e bisogna vedere se le due stramberie vanno d’accordo fra di loro. Nessuno è veramente normale; non esiste realmente, nella vita quotidiana, questa idea della normalità - forse un poco ‘platonica’. Non c’è la persona perfetta. E sarebbe importante anche ricordarci che, l’individuo con cui siamo in una relazione, non ci può comprendere appieno; non è possibile, anche perché noi stessi non siamo in grado di farlo e, soprattutto, nessuno ha l’abilità leggerci nei pensieri: cerchiamo di rammentarcelo. Se e quando abbiamo un desiderio sarebbe importante comunicarlo.
Quindi quando sfogliamo quella margherita, mi chiedo ora, cosa dobbiamo sussurrare? Forse: m’ama o non m’ama e speriamo che sia strambo al punto giusto?