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Immortali | 23 agosto 2021, 07:30

Vele no, Idee si!

E pensare che si sarebbe potuta avere la botte piena e la moglie ubriaca

Vele no, Idee si!

Tra i miei ricordi di gioventù, ci sono Paul Simon e Art Garfunkel che cantano “One man ceiling, is another man’s floor”, ovvero il soffitto di uno, è il pavimento di un altro. La canzone non era un granché e non ebbe gran successo, ma il concetto merita attenzione e riflessione.

In effetti, se io sto al piano di sotto, alzo gli occhi e vedo una soletta di cemento e tavelle, che chiamo soffitto, cui dò poca importanza, perché oltre ad una mano di vernice, ci attacco il lampadario e poi me ne dimentico, salvo che mi cadano i calcinacci in testa. Se invece abito al piano di sopra, vedo la stessa soletta di cemento e tavelle, che chiamo pavimento e siccome ci cammino sopra tutti i giorni e la vedono tutti, la rivesto di marmo, o palchetto di legno, o moquette, o tappeti pregiati, perché ci tengo e voglio fare bella figura con i miei ospiti.

Sono sedici anni che il popolo granata, e me in particolare, cerchiamo di far capire all'azionista unico del Torino FC S.p.A. , che ovviamente non è la stessa cosa di essere Presidente del Toro, perché se no avrebbe già capito sia la differenza tra questi due ruoli che l'importanza che ha per noi, che il suo soffitto cui presta pochissima attenzione, è il nostro pavimento, cui tentiamo moltissimo e che vorremmo vedere trattato come si deve anche da lui.

Quando lui, per assecondare i capricci del suo allenatore di allora, noto al mondo per avere un solo schema di gioco, il famigerato “Titic & Titoc” e poi passato alla storia del calcio italiano per essere stato il secondo CT della Nazionale a mancare la qualificazione ai mondiali, che pretendeva la mascheratura del campo principale del Filadelfia da occhi indiscreti, impose alla Fondazione Filadelfia la realizzazione delle vele ed oggi, sempre su diktat del nuovo allenatore ha arbitrariamente rimpiazzato le vecchie vele mobili con quelle attuali semi fisse, ha dimostrato di non avere alcun riguardo per il nostro “pavimento”, ma di aver solo badato al suo “soffitto”.

E pensare che si sarebbe potuta avere la botte piena e la moglie ubriaca.

Se da un lato ormai rientra nelle dinamiche del calcio moderno, che pur fatichiamo a capire, che gli allenamenti siano a porte chiuse ed occultati agli sguardi di chicchessia, dall'altro non sta scritto da nessuna parte che si debba passeggiare allegramente sul cadavere dei residenti nelle case prospicienti il Fila, imponendo loro dei rumorosi ed asfissianti teli in PVC che contrastano con il progetto originale, cui la commissione edilizia della Città di Torino aveva dato il permesso edilizio  e che oltre a togliere l'aria di giorno, tolgono anche il sonno nelle notti di vento. 

Da qui la sacrosanta rabbia e l'indignazione dei residenti, del popolo granata ed anche la mia.

Ma siccome io credo che sia troppo comodo dire “no vele” senza però fare delle proposte alternative, che tengano conto delle legittime necessità del TFC ed anche delle altrettanto legittime istanze dei residenti e delle richieste di dignità della gente del Toro, ecco la mia proposta.

Ho aperto una “mail di scopo”, ovvero una casella destinata esclusivamente ad accogliere le proposte alternative alle presenti vele, il cui indirizzo è novelealfila@gmail.com cui far pervenire le proprie proposte alternative, con un render, un progetto di massima ed un costo stimato.

Quello che deve essere ben chiaro a tutti, è che questa non è e non vuole essere una mail “contro” qualcuno o qualcosa, bensì “per” qualcuno e qualcosa.

Questo mi è sembrato il modo più trasparente di dare a tutti pari opportunità di esprimere la propria idea, perché nei giorni scorsi ero stato contattato da alcune persone che mi avevano fatto proposte, ma non mi pareva corretto che chi avesse il mio numero telefonico o fosse in qualche modo in contatto con me, avesse maggiori chances di portare all’attenzione di tutti la sua proposta, rispetto a chi non ha un mio contatto diretto.

Come consigliere di amministrazione della Fondazione Filadelfia, quindi, mi impegno a portare in CdA, alla prima occasione utile, le idee pervenute, per discuterne e valutarle collegialmente, nell’interesse di tutti, residenti, tifosi, TFC e Fondazione.

Come già detto mille volte, e pazienza se questa fa mille e uno e se dovrò dirlo altre mille volte ancora, il Filadelfia è un patrimonio morale della collettività ed ha diritto al rispetto di tutti.

Solo lavorando insieme, si può raggiungere lo scopo di avere finalmente un Filadelfia che, pur rispettando gli standard richiesti dal TFC, torni ad essere la “Casa del Popolo Granata” a pieno titolo, come previsto dallo Statuto della Fondazione e dalla laica sacralità che il luogo ha per la gente del Toro.

Domenico Beccaria

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