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Eventi | 09 giugno 2023, 18:10

Un anno di tempo per ricordare Sara Rubatto, una domenica insieme per renderle omaggio

Appuntamento al Laghetto di Italia 61 dalle 9 alle 18 per una giornata dedicata alla fondatrice di "Più giri, più vivi", scomparsa a causa di un infarto

Manifesto per attività benefica

Appuntamento per domenica al Laghetto di Italia 61

Un anno fa Sara Rubatto, un’atleta cardiopatica che dell’inclusione e dello sport solidale ha fatto la propria missione, fondando l’Associazione “Più giri Più vivi”, conosciuta soprattutto per il Giro d’Italia solidale di Triathlon svolto nell’estate del 2021 che ha toccato 50 tappe in tutta Italia, muore stroncata da un infarto.

A distanza di un anno, domenica 11 giugno, presso il “Laghetto di Italia 61” (altezza Palazzo a Vela di via Ventimiglia a Torino), l’Associazione da lei fondata, che continua il suo operato, ha organizzato un evento commemorativo in suo onore, volto a diffondere la missione per cui Sara ha dedicato l’intera esistenza. 

La giornata avrà, inoltre, la finalità di far sperimentare attivamente ai visitatori una esperienza utile a migliorare la propria condizione attraverso delle attività di mutuo aiuto e di movimento tra le persone, che assumeranno il ruolo di “atleta volontario” e “motivatore”, in base alle caratteristiche personali, con attività che spazieranno dal ballo, al ciclismo, al ping-pong, ai tornei di bocce paraolimpiche. Le persone affette da disagio psicofisico verranno assistite per svolgere momenti terapeutici per migliorare la propria condizione di salute e la propria vitalità anche grazie al supporto di associazioni partner della giornata, tutte unite dall’affetto nutrito nei confronti di Sara Rubatto, tra cui l’Unicef.

La spiegazione del progetto viene lasciata alle parole della sua fondatrice: “Una persona è un’identità, è un nome, non è una malattia – scrive Sara Rubatto in alcuni suoi diari, dove appuntava le proprie idee e i propri progetti - anzi, la disabilità e la malattia possono essere punti di forza per creare valore aggiunto a sé stessi e agli altri, e non devono necessariamente essere percepiti come ostacoli. Quella persona normalmente vista dalla società come “fascia debole”, diviene, attraverso il progetto di “Più giri Più vivi”, il motivatore di un’altra persona e questi suoi punti apparentemente deboli causati dalla disabilità divengono invece punti di forza, quando va ad interpretare la figura del motivatore sportivo”.

Si parla non solo più di aiutare persone con disabilità a praticare sport, ma di andare oltre le etichette, di creare un vero e proprio rapporto di reciprocità e supporto tra gli atleti guida e le persone con patologie, cosicché vengano esaltati gli aspetti di forza di entrambi i componenti della coppia, ottenendo un tangibile risultato sportivo e una genuina e reale esperienza sportiva. La speranza è di riaccendere il cuore di più persone possibili attraverso lo sport solidale”, concludeva Sara Rubatto.

redazione

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