Nuove Note | 19 novembre 2023, 10:16

NUOVE NOTE Ella Nadì: “Nel nuovo disco esplorerò la profondità delle emozioni umane”

La cantautrice torinese si racconta: “Penso che la scena musicale in generale, non solo a Torino, sia cambiata molto. In meglio o in peggio, non saprei”. Il 19 gennaio presenterà il nuovo disco al Cap10100

NUOVE NOTE Ella Nadì: “Nel nuovo disco esplorerò la profondità delle emozioni umane”

Ella Nadì è una cantautrice torinese che inizia il suo percorso artistico come leader di una band pop-folk, ma dopo solo un anno intraprende l’attività solista. In questa nuova veste con chitarra e voce a disposizione calca i palchi dei locali di Torino. Ella ha all’attivo un Ep, Terapia d’urto, l’album Dentro e tra poco è in uscita il suo nuovo disco Nel bene e nel mare. In questo nuovo lavoro la cantautrice tenta di esplorare la profondità degli abissi che ci appartengono, di riflettere sulla vita, sull’amore, sulla complessità delle emozioni umane, mirando sempre a scovarne la bellezza.


Come si è avvicinata Ella Nadì alla musica?

Mi sono avvicinata alla musica da bambina. Ricordo le domeniche pomeriggio con mio padre, lui suonava la chitarra e cantavamo insieme per ore. Passavo molto tempo ad ascoltare i vinili dei miei genitori, ce n’erano moltissimi in casa: li sceglievo dalla copertina e finivo per consumarli. Alle medie ho iniziato a suonare la chitarra e risalgono a quel periodo le mie prime canzoni. Da lì non ho più smesso di comporre. È sempre stato il miglior modo che avevo per esprimere i miei sentimenti, il mio modo di vedere il mondo, ed è ancora così.


Cosa ispira la scrittura dei suoi testi?

L’ispirazione parte sempre da situazioni che mi smuovono qualcosa dentro. Può trattarsi di un episodio, un’emozione, una suggestione che vivo direttamente oppure può essere la storia di qualcun altro che riesce a toccarmi. Scrivere una canzone per me significa rivivere e rielaborare quella esperienza, dandole un ordine, un significato.


Come si descriverebbe ad un ascoltatore che non la conosce?

Trovo molto difficile descrivere a parole la mia musica e la musica in generale. Considero le mie canzoni frutto di un’esigenza, perché seppur investa molto tempo ed energie nel dar loro il vestito adatto, nascono in maniera molto naturale e istintiva, senza schemi, né genere, e in modo intimo, chitarra e voce. Questa intimità è un aspetto che cerco di far emergere sempre nei miei lavori, anche quando l’arrangiamento è tutt’altro che scarno. Penso che questa sia una mia caratteristica.


Uscirà tra poco il disco “Nel bene e nel mare”, quali storie ci racconterà? Ci può dare qualche anticipazione?

“Nel bene e nel mare” è un disco che ritengo molto sincero, e rappresentativo del percorso fatto finora. Non esce mai dai binari del pop, ma racchiude diverse contaminazioni, specialmente dal punto di vista sonoro, che da tempo volevo esplorare. Inoltre, registrando questo album, sono riuscita a realizzare uno dei miei sogni, ovvero quello di registrare gli archi, dando ad alcuni brani uno scenario che definirei “orchestrale”. Penso di aver immaginato questo disco per moltissimo tempo, ma non sarebbe potuto arrivare prima. Le esperienze vissute fin qui mi hanno dato la possibilità, gli strumenti e la maturità per realizzarlo.


Lei è una cantautrice ma nell’ultimo lavoro si è occupata per la prima volta anche della produzione. Come mai ha scelto di curare anche questo aspetto del disco?

Da qualche anno mi occupo di produzione per altri artisti, e questo mi ha fatto crescere molto dal punto di vista tecnico, perché mi ha portato ad ampliare le mie competenze professionali, ma anche dal punto di vista artistico e umano. Il fine di un artista è esprimersi, e secondo me questo fine viene raggiunto se quello che l’artista produce lo rispecchia, a prescindere dal numero di streaming o di follower. Accompagnare gli artisti con cui ho lavorato a raggiungere questo obiettivo, mi ha insegnato a pormi le domande giuste anche nel mio progetto. Rispetto ai lavori precedenti, ho sentito di sapere molto di più non solo quello che volevo dire ma come volevo dirlo, e per questo ho deciso di essere io a produrlo. Sicuramente questo non ha tolto spazio a collaboratori preziosissimi, come Davide Meli che ha arrangiato insieme a me tutti i brani e Fabrizio Chiapello che li ha mixati.


Da anni fa parte della scena musicale torinese, nota dei cambiamenti rispetto al suo esordio?

Penso che la scena musicale in generale, non solo quella torinese, sia cambiata molto. In meglio o in peggio, non saprei. Credo sia soggettivo. Io penso che l’esplosione delle piattaforme di streaming digitale, e l’utilizzo dei social media come principale mezzo di trasmissione e diffusione dei contenuti artistici, dia certamente a tutti la possibilità di conoscere questo mondo e di entrare a farne parte, e questo lo trovo positivo, perché democratico. Però mi sembra che spesso, senza una struttura professionale di promozione e comunicazione alle spalle, si rischi di dare troppa importanza all’immagine a discapito del contenuto, e si finisca per essere intrappolati in dinamiche che hanno più a che fare col marketing che con la musica. O perlomeno, per me alcune volte è stato così. Questo trovo ricada anche sull’aspetto live, perchè se prima la musica era quasi unicamente un mezzo di condivisione e aggregazione, oggi la musica è anche qualcosa che si può coltivare individualmente, nella propria stanza.


News, live in programma, appuntamenti.


Al momento stiamo lavorando al tour primaverile, ma posso annunciare con grande felicità che il 19 gennaio presenterò parte del nuovo disco al Cap10100 di Torino, in apertura al cantautore Gnut.

Federica Monello

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Federica Monello

Giornalista pubblicista, ascoltatrice vorace di musica, amante di tutto ciò che è cultura. Nasco e cresco in Sicilia dove da studentessa di Lettere Moderne muovo i primi passi nel giornalismo, dopo poco unisco la scrittura alla passione per la musica. Giungo ai piedi delle Alpi per diventare dottoressa in Comunicazione e Culture dei media e raccontare di storie di musica, versi, suoni e passioni.

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Nuove Note è la rubrica che ogni settimana ti fa conoscere un nuovo progetto musicale emergente nato tra la Mole Antonelliana e un pentagramma, tra i boschi piemontesi e una sala prove casalinga, tra uno studio di registrazione e i chilometri che lo separano da un paesino in provincia. Nuove Note ti racconta le storie e la musica gli artisti più interessanti della scena musicale piemontese.

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