Economia e lavoro | 08 maggio 2025, 15:13

Amianto nelle OGR di Torino: il ricordo delle vittime e le bonifiche incomplete

Amianto nelle OGR di Torino: il ricordo delle vittime e le bonifiche incomplete

Le Officine Grandi Riparazioni (OGR) di Torino, oggi luogo di cultura e innovazione, nascondono sotto le loro maestose arcate una delle pagine più dolorose della storia industriale torinese: quella dell’amianto. Dietro la riqualificazione urbana e la rinascita delle OGR si cela una lunga scia di vittime, battaglie legali e richieste di giustizia che ancora oggi non si sono placate.

L’Osservatorio Nazionale Amianto, presieduto dall’Avv. Ezio Bonanni, stima centinaia di casi di ex lavoratori delle OGR morti a causa di patologie legate all’esposizione all’asbesto, come mesotelioma pleurico e asbestosi. Data la lunga latenza di tali infermità e quindi l’ampio lasso di tempo tra la manifestazione dei primi sintomi e l’originaria esposizione professionale, solo negli anni più recenti si è assistito a una vera e propria epidemia di patologie asbesto correlate. Anzi, il bilancio appare tutt’oggi provvisorio, considerando che possono passare fino a 50 anni tra la prima esposizione cancerogena e l’insorgenza della neoplasia. 

La scia di morti di amianto: un passato indelebile

Per decenni, le OGR sono state il cuore pulsante della manutenzione ferroviaria in Italia, dando lavoro a migliaia di operai. Peccato, che all’epoca in molti erano ignari che in quegli ambienti, dove si riparavano locomotive e vagoni, l’amianto era ovunque. Nei freni, nei rivestimenti, nelle guarnizioni, ma più in generale nella stessa aria che respiravano i lavoratori, a causa dell’aerodispersione delle polveri e fibre di questo minerale allo stato friabile. Usato per le sue proprietà ignifughe e isolanti, l’asbesto veniva manipolato quotidianamente senza adeguate protezioni, in un’epoca in cui la pericolosità del materiale era già nota, ma spesso ignorata. Nelle Grandi Officine Riparazioni di Torino l’amianto non è stato utilizzato solamente per la coibentazione di carrozze e locomotori, ma anche sotto forma di amianto spruzzato o floccato.

Nel corso degli anni si sono susseguiti diversi procedimenti giudiziari per accertare le responsabilità di dirigenti e amministratori. Tuttavia, molti di questi processi si sono conclusi con prescrizioni o assoluzioni, lasciando i familiari delle vittime con un senso di amarezza e impunità. Una delle più recenti sentenze è stata pronunciata proprio dal Tribunale di Torino, Sezione I Penale, n. 1291/2025, che ha condannato un dirigente medico delle FS per i danni subiti dalle plurime parti offese del procedimento, oltre ad evidenziare il forte impatto epidemiologico delle patologie asbesto correlate tra gli ex lavoratori delle OGR torinesi. 

La bonifica è stata completata tra il 2013 e il 2017, prima della riapertura: oggi, infatti, il sito è divenuto un polo culturale. Tuttavia, rimangono aperti interrogativi sulla trasparenza delle operazioni di messa in sicurezza e sull’effettiva eliminazione dei rischi residui, per questo ancora oggi si parla di bonifiche ‘incomplete’. Alcuni cittadini hanno più volte chiesto alle istituzioni regionali la creazione di un osservatorio permanente sulla salute pubblica e che si mantenga alta l’attenzione sui possibili effetti dell’inquinamento ambientale passato. Anche il lavoro svolto dallo stesso Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS è in tal senso fondamentale, in quanto promuove pratiche di prevenzione primaria, secondaria e terziaria tra gli ex esposti, oltre ai rigidi protocolli di sorveglianza sanitaria

Nel frattempo, il ricordo delle vittime resta vivo anche attraverso le numerose iniziative commemorative. Come ogni anno, infatti, anche lo scorso 28 aprile, in occasione della Giornata Mondiale per le Vittime dell’Amianto, è stata organizzata una cerimonia nei pressi delle ex Officine, per non dimenticare tutti coloro che hanno perso la vita in nome del lavoro. Oggi, quegli stessi luoghi che hanno portato a morte numerosi operai, sono diventati spazi culturali, ospitando mostre, concerti, e ancora altrettante iniziative. Eppure, il passato industriale delle OGR di Torino non può essere cancellato. È proprio in questa contraddizione – tra bellezza architettonica e tragedia umana – che Torino è chiamata a trovare una sintesi tra memoria e futuro, tra giustizia e rinascita.

Il rischio amianto ancora incombe: l’impegno dell’ONA

L’ONA in occasione della giornata dedicata alle vittime dell’amianto nel mondo ha ricordato come siano ancora soltanto 62 i Paesi che hanno posto al bando questo minerale cancerogeno. Molti Stati, tra cui anche Russia, India e Cina, infatti, stanno proseguendo la produzione di materiali contenenti la fibra killer, oltre alla loro commercializzazione, spesso anche in Italia. 

L'ONU, nella realizzazione delle sue stime, tiene conto soltanto dell'asbestosi, del mesotelioma e del cancro del polmone, non tenendo considerazione di tutte le altre patologie correlate all’esposizione all’amianto. Alcune di queste ultime sono state citate anche dalle monografie IARC, ad esempio il cancro della laringe, della faringe, dello stomaco, del colon e delle ovaie.

Ancora ad oggi, si può parlare di sottostima dei dati epidemiologici, come più volte denunciato dallo stesso Osservatorio Nazionale Amianto. In Italia, nel 2024, i dati di incidenza del mesotelioma hanno continuato ad innalzarsi. Sono stati 2mila i casi censiti, con un indice di mortalità del 93% a 5 anni, che si sommano ai quasi 4mila casi di tumore al polmone e i 600 di asbestosi, senza contare le ulteriori patologie asbesto correlate non censite. 

L'ONA continua a ricevere segnalazioni anche di scuole con presenza di amianto, perfino asili nido, scuole materne ed elementari. Ma l’emergenza è tale anche nella rete idrica, nella quale è stata rilevata la presenza di amianto in Italia per ben 300.000 km – secondo la stima ONA - inclusi gli allacciamenti, con presenza di materiale contenente amianto. 

L’Avv. Ezio Bonanni, in qualità di presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS, dell’Osservatorio Vittime del Dovere APS, e anche quale componente del Consiglio Direttivo Nazionale del CNIFP, presieduto dal Dott. Ruggero Alcanterini, è impegnato nella tutela delle vittime e dei loro familiari e insieme all’associazione continua ad offrire anche tutela medica e legale attraverso la consulenza tramite il numero verde 800 034 294.

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Barbara Gabriella Renzi

Salve! Mi chiamo Barbara Gabriella. Sono appassionata di filosofia, psicologia e letteratura. Ho scritto e scrivo di filosofia e anche i miei brevi racconti hanno sempre un risvolto filosofico e psicologico.
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Mi piacciono i gatti e anche i cani ma purtroppo vivo senza animali. Adoro il mare e la sua canzone e la montagna d’estate quando si cammina sui sentieri e ci si immerge nella natura. Tra i viottoli e le mulattiere, lì, i miei passi danno il ritmo ai miei pensieri. Vivo a Berlino e ne sono contenta.

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