Economia e lavoro | 04 luglio 2025, 17:30

Mirafiori, la 500 ibrida piace anche ai sindacati: "Ora un altro modello di massa per Torino ed energia meno cara"

Tutte le sigle metalmeccaniche esprimono soddisfazione per il progetto presentato oggi da Francois: "Si realizza un progetto fortemente voluto da noi sindacati con la manifestazione del 2024"

I rappresentanti sindacali alla presentazione della 500 ibrida

I rappresentanti sindacali alla presentazione della 500 ibrida

In attesa di capire se piacerà al mercato, la 500 ibrida che a novembre comincerà a uscire dalle linee di Mirafiori ottiene già un risultato notevole: mette d'accordo tutti i sindacati metalmeccanici. Da Fiom a Fim, passando per Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr. "Vediamo realizzare con soddisfazione vediamo un progetto, quello della 5oo Ibrida, fortemente e unitariamente richiesto dalle organizzazioni sindacali per il rilancio dello stabilimento di Mirafiori".

Dalla manifestazione a un prossimo modello

D'altra parte, di 500 ibrida a Torino si cominciò a parlare proprio dopo la manifestazione unitaria dei sindacati nelle vie del centro di Torino, battendo la concorrenza e le voci che la volevano in Algeria. "Siamo partiti da una difficile situazione nell’ormai lontano 12 aprile 2024 con le manifestazioni, coinvolgendo tutte le realtà del territorio: istituzioni, cittadini, parti sociali e lavoratori diretti e indiretti di Torino, e con svariati incontri con l'azienda e i vari accordi, siamo riusciti in un obbiettivo comune.
Noi però sappiamo che il percorso è ancora lungo. La 5oo ibrida, da sola, rappresenta un segnale di progettualità e produzione a Torino che ci consente di soddisfare il presente, ma non sarà sufficiente per garantire il futuro definitivo di Mirafiori che noi riteniamo indispensabile".

Tra modelli di massa ed energia a poco prezzo

Insomma, il pensiero resta concentrato su un nuovo modello che possa allungare ancora la capacità produttiva dello stabilimento torinese. "Adesso abbiamo altre due sfide da portare avanti insieme all’azienda e alle istituzioni locali e nazionali. La prima è quella di avere un nuovo modello "mass market" a Mirafiori. La seconda, non meno importante, relativa alla riduzione del costo dell’energia che in Italia si sta rivelando una drammatica zavorra per lo sviluppo industriale con importanti, conseguenti ripercussioni sul mondo del lavoro".

Palla anche agli enti decisori di Bruxelles. "Ci aspettiamo che anche l'Europa faccia la sua parte, prestando con politiche mirate le giuste attenzioni al comparto dell'automotive che per troppi anni è stato dimenticato. Inoltre, ribadiamo con convinzione che le attività di ricerca, progettazione e sviluppo prodotto sono state e devono continuare ad essere un punto cardine delle strutture centrali in Italia e, in particolare, nell’area di Torino. Alla luce delle parole di Jean-Philippe Imparato, chiediamo all’azienda garanzie sull’occupazione delle nostre professionalità. Ci auguriamo che questa nuova produzione possa essere il primo tassello per riportare le produzioni a Torino per il rilancio di tutto l'indotto del nostro territorio".

In particolare, da Uilm Gianluca Ficco, segretario nazionale responsabile del settore auto e Luigi Paone, segretario generale di Torino, ribadiscono come "per anni abbiamo chiesto come Uilm di puntare sulle motorizzazioni ibride e non solo su quelle full electric, lottando contro pregiudizi assai radicati, intraprendendo iniziative di mobilitazione e sottoscrivendo accordi; per questo ora chiediamo che la Fiat 500 sia solo l’inizio di una gamma di modelli ibridi, con motori benzina o diesel, da produrre in Italia”. “Per vincere la battaglia di difesa dell’industria dell’auto e dei veicoli commerciali serve però un radicale cambiamento da parte della politica. L’Unione Europea deve modificare quelle politiche autolesioniste che purtroppo non salveranno il pianeta, ma uccideranno l’industria. Chiediamo al Governo di condurre questa battaglia con noi e al contempo di intervenire sui nodi della competitività italiana, a cominciare dal costo della energia. A rischio sono non solo gli stabilimenti di Stellantis o di Iveco, ma una miriade di imprese dell’indotto di quello che è il primo settore industriale italiano”.

"Oggi è una buona notizia, la celebrazione della produzione a Torino della 500 - dice Gianni Mannori, responsabile Mirafiori per Fiom Cgil Torino -. Ma adesso, ci aspettiamo che seguano i fatti alle dichiarazioni. Quindi nuove produzioni qui a MIrafiori. La 500 ibrida, d'altra parte, è arrivata solo dopo la grande mobilitazione di piazza che avevamo fatto. Ora serve un altro modello".

Mentre Sara Rinaudo, segretario territoriale Fismic Confsal Torino, aggiunge: "Da tempo sosteniamo che la transizione ecologica vada accompagnata da scelte industriali concrete, capaci di salvaguardare l’occupazione e di mantenere vivo il tessuto produttivo torinese. Miriamo a vedere Mirafiori tornare centrale nel piano Italia di Stellantis. Questo sito non è solo un simbolo per Torino ma un asset strategico per tutto il Paese. Servono continuità produttiva, volumi adeguati e nuovi modelli per garantire un futuro stabile ai lavoratori e all’indotto”.

Siamo soddisfatti che la programmazione della partenza della produzione della 500 ibrida venga rispettata nei tempi che c'erano stati comunicati. Confidiamo che i volumi rispondano alle nostre esigenze di ridurre la cassa integrazione, ma anche di incrementare l'occupazione che si è ridotta in questi anni", dice Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim Cisl. “La 500 ibrida è un nostro risultato, frutto delle mobilitazioni messe in campo da sindacati e lavoratori per portare a Mirafiori una macchina di largo consumo, riteniamo si debba però fare di più perché sono state trasferite le produzioni di Maserati e a oggi non c'è alcun modello di quel marchio e noi riteniamo che quella linea deve essere riempita”.

Massimiliano Sciullo

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Barbara Gabriella Renzi

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