Sanità | 30 luglio 2025, 17:47

Più territorio, meno spesa impropria nel nuovo piano: “Non chiuderemo nessun pronto soccorso” [VIDEO]

Un direttore per connettere ospedale e medicina territoriale. Un corpo volontari, tipo Aib, per il trasporto dei pazienti fragili. Taglio ai gettonisti del 90% nei prossimi due anni. Assunzione di personale da Argentina e Israele. Marrone difende Vesta e Vita Nascente

Nuovo piano socio-sanitario: “Non chiuderemo nessun pronto soccorso”

Nuovo piano socio-sanitario: “Non chiuderemo nessun pronto soccorso”

Un faldone di oltre 200 pagine, dal peso specifico importante, che vuole, almeno nelle intenzioni, tracciare un nuovo solco nel futuro della sanità piemontese. È il piano socio-sanitario della Regione Piemonte la cui bozza è stata già diffusa nei giorni scorsi. E che ora viene presentato ufficialmente dai piani alti del grattacielo.

Oggi il piano sanitario, domani 18 milioni per le Rsa

A accoglierlo con fierezza c'è il presidente Alberto Cirio (in collegamento). In grande spolvero in questo rush pre-agostano, dopo aver annunciato ieri la misura sui mezzi pubblici gratuiti per gli universitari under 26, oggi il piano sanitario, domani i 18 milioni per le Rsa piemontesi. Tutto questo mentre le opposizioni a Palazzo Lascaris promettono lotta a oltranza sulla questione Irpef. 

In presenza l’assessore Maurizio Marrone, responsabile della parte che riguarda il sociale e il welfare e l’uomo della Sanità Federico Riboldi

Un documento che arriva dopo una serie di audizioni nell’ultimo anno (circa 300) con tutte le categorie interessate, partendo dal presupposto che un piano va considerato sul lunghissimo periodo. Un periodo che dovrà tenere conto nei prossimi decenni dell’andamento demografico e delle aspettative di vita, in una regione in cui l’età media è tra le più alte del nord Italia. 

Tutto questo nell’ottica di strutturare meglio l’attività sul territorio, limitando le spese improprie che in soldoni vuol dire “meno attesa” per chi ha necessità di cure e anche più capillarità. 

Riboldi: "La medicina di territorio non sarà più di serie B"

La medicina di territorio non sarà più di serie B - ha detto Riboldi - ma entrerà integralmente nella direzione sanitaria di ogni azienda”. 

Confermata la volontà di inserire in ciascuna Asl la figura del direttore sociosanitario che farà da collante tra territorio e ospedali, così come un responsabile operativo degli ambienti sanitari per “umanizzare” tutti i 74 presidi ospedalieri piemontesi. Nelle intenzioni c’è la costituzione di consulta sulla salute mentale, il potenziamento della telemedicina con una forte digitalizzazione dei processi (dall’app “In Salute”, al nuovo Cup integrato con intelligenza artificiale). 

Ma anche: odontoiatria solidale per le fasce più deboli, screening neonatali, analisi precoce del diabete tipo 1 o di celiachia nei bambini. Tutti servizi non rientranti nei Lea.  

Una novità riguarderà anche la creazione di un corpo logistico, sul modello Aib, che verrà strutturato in ogni ospedale. Sarà costituito da volontari e il loro compito è quello di garantire il trasporto leggero dei pazienti fragili a rischio isolamento, specie nelle 60 vallate piemontesi e nei territori di pianura marginalizzati. 

La partita degli Ircss

Ma è anche sull’Ircss che la Regione intende giocarsi la sua partita. Nei mesi scorsi Riboldi aveva presentato, proprio su questo tema, una task force per imprimere un’accelerazione sugli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. In Piemonte ce ne sono attualmente solo due ed entrambi privati: a Candiolo e Piancavallo nel VCO, ma con sede legale in Lombardia. E proprio al modello lombardo che si guarda, dove nei prossimi anni si conteranno 27 Ircss. E nella regione confinante scappano migliaia di pazienti piemontesi, se ne calcolano 170 mila. 

Così il Piemonte vuole candidare per primo l’Ircss di Casale-Alessandria, ma anche Città della Salute per i trapianti, il Regina Margherita per l’infantile, il Giovanni Bosco per le malattie rare e nefrologia, il San Luigi di Orbassano per l’Urologia e il Maggiore di Novara per l’oncoematologia. 

"Il taglio delle spese improduttive - ha commentato Riboldi - ci permetterà di ridurre i gettonisti. In un anno li abbiamo ridotti del 30%, l’obiettivo è di procedere con le stesse percentuali e arrivare al 90% nei prossimi due anni. Così destiniamo queste risorse in attività clinica.”

I numeri delle assunzioni

Sul tema del personale Riboldi ha parlato di un ritorno al periodo pre Covid con attualmente assunti 50mila e 300 dipendenti. Personale che arriva anche dall’estero: come a Biella dove è presente un team proveniente dall’Argentina, mentre in Val Sesia verranno ad operare medici israeliani. 

Mentre su possibili tagli Riboldi rassicura. “Non ci saranno tagli di pronto soccorso, né di alcuna struttura. Lavoriamo per mantenere e ampliare i servizi.

Sul fronte sociale le misure più importanti riguardano il sostegno diretto ai caregiver con 5 milioni, sul modello di Lazio ed Emilia Romagna. Marrone rivendica il successo delle misure a sostegno della natalità (citando Vita Nascente e Vesta).

Con questo piano - ha detto Marrone - tracciamo la carta nautica sui tema socio-sanitari dei prossimi 15 anni. Questa giunta è quella che ha investito di più sul tema delle fragilità”.

Daniele Caponnetto

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