Per la seconda volta, in appena due mesi, Europa Radicali e Radicali Aglietta tornano davanti a Palazzo Lascaris per chiedere di consentire l'aborto in alcuni consultori di Torino con la pillola RU486, rimuovendo il divieto che la Regione ha imposto nel 2020.
Una proibizione che esiste solo sulla carta, come confermato da un'istanza di accesso agli atti sull'interruzione volontaria di gravidanza con RU486. La Regione cita infatti una circolare, ma non una legge vera e propria che pone il veto sulla distribuzione del farmaco.
I numeri
E così questo pomeriggio davanti a Palazzo Lascaris il partito torna così a combattere una delle sue tradizionali battaglie per i diritti delle donne. Per dare qualche numero di contesto nel 1982 in Piemonte erano stati praticati 22.586 aborti: a distanza di quarant'anni sono scesi a 5.306. Nel 2022 quindi si registravano 6.6 interruzioni di gravidanza ogni mille donne, contro le 22.2 nel 1982.
Numeri in discesa a fronte anche di una maggior consapevolezza delle ragazze. L'ospedale Sant'Anna è il maggior centro per interruzioni volontarie di gravidanza: nel 2024 ne sono stati praticati 2.089.
Il divieto
Ma per venire ancora più incontro alle donne Europa Radicale e Radicali Aglietta chiedono si possa somministrare la pillola RU486 anche nei consultori, introducendo un progetto pilota a Torino in due strutture sulle dieci presenti.
"Insisteremo - spiegano Igor Boni e Beatrici Pizzini (Europa Radicale), insieme a Samuele Moccia (coordinatore Associazione radicale Adelaide Aglietta) e al consigliere comunale Silvio Viale - per essere auditi in Commissione sanità e poi per avviare un progetto". "Non esiste un divieto per la somministrazione della RU486, ma non c'è la volontà politica" concludono.














