Economia e lavoro | 21 novembre 2025, 15:17

Italdesign, dalla Germania l'ufficialità: c'è un compratore (Ust global). Ma niente chiusure o licenziamenti

L'offerta sarebbe vincolante per acquistare la maggioranza delle quote dell'azienda, lasciando ad Audi la minoranza. Mannori (Fiom Cgil): "Lasciati soli dalle istituzioni. Se vendono a Ust non c'è garanzia sul futuro industriale"

Una delle proteste dei lavoratori di Italdesign

Una delle proteste dei lavoratori di Italdesign

Terminata la due diligence (l'analisi finanziaria economica che precede un acquisto) c'è l'offerta di un compratore per prendere la maggioranza delle quote di Italdesign (Ust global) lasciando ad Audi una quota di minoranza.  E' quanto emerge dalla convocazione delle rsu torinesi invitate nei giorni  scorsi dai manager del gruppo tedesco a Wolfsburg per un incontro informativo.

"Rischio uscita da Volkswagen e Audi"

I sindacati aggiungono però che "non sono stati comunicati piani industriali, né una visione chiara sul futuro dell'azienda dopo l'eventuale ingresso del nuovo azionista. Una mancanza di informazioni che lascia aperte molte domande e rende sempre più concreta la possibilità di uscire dal gruppo Volkswagen e Audi".

Esclusi licenziamenti o chiusure

I rappresentanti dei lavoratori hanno quindi chiesto un maggiore coinvolgimento diretto proprio da parte di Audi (che manterrà, appunto, una quota di minoranza). "Abbiamo ottenuto garanzie importanti: l'esclusione di licenziamenti collettivi e di chiusure di stabilimenti per alcuni anni". "Siamo in una fase delicata e potenzialmente molto impattante, nella quale non possiamo permetterci né passi falsi, né sottovalutazioni".

Lasciati soli dalle istituzioni

"In tutta questa storia siamo stati lasciati completamente soli a fronteggiare un colosso come Audi e Volkswagen, il Governo e la Regione non si sono mai fatti sentire, non hanno chiesto informazioni e non ci hanno sostenuto - dice Gianni Mannori, responsabile per Fiom Cgil - Oggi la situazione è complicata, in ogni caso. C'è un grosso punto interrogativo sul futuro dell'azienda, se saremo ceduti a Ust. Se invece si resta nel Gruppo, è chiaro che di contro si subisce eventuali tagli o ridimensionamenti che il Gruppo sta facendo, a partire dalla Germania".

La politica: "Tutelare i posti di lavoro"

E non sono mancati i commenti dal mondo della politica. “Italdesign non è una semplice azienda: è un simbolo del genio italiano nel design e nell’ingegneria automobilistica, con 1300 lavoratrici e lavoratori altamente qualificati. È parte del cuore produttivo del Nord-Ovest, già duramente colpito dal disinvestimento di Stellantis. Non possiamo permettere che venga trascinata in un’operazione opaca, senza garanzie né prospettive chiare”, dice Marco Grimaldi, vicecapogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera. “Il Governo non può continuare a restare alla finestra. Deve intervenire subito, pretendere trasparenza e assumere un ruolo attivo di garanzia. Serve un impegno concreto per tutelare i posti di lavoro, le competenze e il valore industriale di Italdesign. Le rassicurazioni sull’assenza di chiusure e licenziamenti collettivi per ‘alcuni anni’ non bastano: vogliamo sapere cosa succederà dopo, e soprattutto vogliamo sapere se il Governo intende difendere il patrimonio produttivo italiano o lasciarlo nelle mani del mercato globale.”

E Valentina Cera, consigliera regionale Avs, aggiunge: “Sono mesi che chiediamo alla Regione Piemonte di occuparsi di Italdesign, suonando l’allarme di una vendita senza garanzie che può portare alla perdita dell’ennesima eccellenza piemontese del comparto automotive. Abbiamo partecipato ad ogni presidio organizzato dai lavoratori provando a farci ascoltare. Nessuna risposta da parte di Cirio e Chiorino, per loro così è il mercato. Non hanno ritenuto di intervenire, lasciando soli sindacati e lavoratori, altro che difendere il Made in Italy.  Lasciano che accada ancora, un’altra vendita, un altro salto nel vuoto per il futuro. La Regione continua a restare inerme di fronte alla scomparsa dell’industria dell’auto a Torino e in Piemonte”.

Massimiliano Sciullo

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