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Economia e lavoro | 09 dicembre 2025, 15:46

Dare lavoro a chi esce dal carcere: il progetto che aiuta i detenuti per aiutare tutti [VIDEO]

L'associazione Goccia di Lube cerca impieghi per chi sconta pene alternative: "Hanno già pagato quello che dovevano"

Dare lavoro a chi esce dal carcere: il progetto che aiuta i detenuti per aiutare tutti [VIDEO]

Dare un lavoro a chi è uscito dal carcere: è questa la missione della Goccia di Lube, associazione che porta avanti progetti come Impresa Accogliente sul reinserimento lavorativo e sociale delle persone detenute. L'idea alla base è che chi è stato in carcere abbia già pagato il proprio debito, e non debba pagare ancora trovandosi solo, isolato e in difficoltà. Al Podcast a Domicilio Adriano Moraglio, scrittore e giornalista e presidente dell'associazione, ha raccontato il loro progetto.


Il nome "Goccia di Lube" identifica subito metodo e valori del loro operato. "Goccia" come il si bemolle nel Preludio di Chopin: una presenza costante, a volte più visibile e altre volte meno, che rappresenta il desiderio di felicità che c'è in ognuno di noi. "Lu" come Lucia Mina, una ragazza che morì coprendo e salvando la figlia neonata quando una frana colpì la loro casa. "Be" come Don Bernardino Reinero, parroco della coppia che ha fondato l'associazione e che ha loro insegnato molto. "Guardiamo in faccia persone che hanno compiuto degli errori e non vediamo i loro errori, ma la loro voglia di vivere ed essere sé stessi" - ha raccontato Moraglio. 

Il progetto Impresa Accogliente chiede a cooperative sociali o ad aziende di offrire opportunità di lavoro a persone uscite dal carcere o che scontano pene alternative, per permettere loro di essere autosufficienti e di uscire dalle dinamiche che li hanno portati in carcere. "Queste persone hanno già pagato quello che dovevano pagare - ha spiegato Moraglio -. Se io compio un reato e ho pagato quello che dovevo pagare, quando torno in pista sono uguale a te. Come se avevo un debito di 2000 euro e l'ho saldato: siamo a posto".

Le persone maggiormente aiutate sono quelle che stanno scontato pene alternative: detenzione domiciliare, affidamento in prova al servizio sociale o in semi libertà. "Nella nostra idea ci sono le persone libere e quelle dentro al carcere, ma in realtà c'è una terza categoria, molto più numerosa - ha sottolineato Moraglio -. Nelle carceri in Italia, ogni anno, ci sono circa 60 mila persone. Quelle che sono in misura alternativa al carcere, cioè che transitano dal carcere a terminare la pena fuori dal carcere, a fine 2024 erano stimate essere 67 mila. In provincia di Torino parliamo di circa 3000 persone".

Sono loro i più fragili: uomini e donne che devono sostenersi e magari sostenere la propria famiglia, uscite da un giorno all'altro da una prigione senza una rete di sostegno. "Sono abbandonate - ha spiegato - Moraglio -. Queste persone se stanno fuori come si mantengono? E se sono andati in carcere perché circolavano in certi ambienti, come fanno a respingerli e non tornarci? E se non riescono e tornano in quei circoli, abbiamo perso tutti, ha perso la società".

Segui l'intervista completa sul canale DixTV.

Francesco Capuano

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