In occasione della 24esima Giornata Mondiale dell’Alzheimer, in programma domani, giovedì 21 settembre, gli assistenti sociali del Piemonte esprimono il proprio disappunto nei confronti di un welfare che sembra rimanere, per lo più, di tipo familistico e affida prioritariamente ai famigliari il lavoro di cura.
"L’Alzheimer - dichiara Barbara Rosina (Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte) - è una malattia che deve essere considerata familiare. Essa, infatti, non solo drammaticamente colpisce chi ne è affetto ma anche la famiglia che deve prendersi cura dell’anziano. Non sono da sottovalutare le conseguenti ricadute economiche, affettive, la perdita di contatti sociali, gli aspetti burocratici".
Rosina aggiunge: "L'intervento sanitario specialistico a favore del paziente e l’erogazione di prestazioni socio-sanitarie rappresentano un tassello imprescindibile per salvaguardare la salute del malato. Per intervenire a sostegno del malato occorre riuscire a limitare i tempi di attesa, in modo da evitare che le risposte vengano date quando oramai la situazione risulta fortemente compromessa. L'aspetto economico connesso a tali interventi, la revisione dei capitoli di spesa, è fondamentale ma non sufficiente. I caregivers devono essere supportati con azioni volte a ridurre il rischio di burnout, isolamento e depressione".
"Si rende necessario investire sulle risorse umane, oltre che su quelle economiche, perché i professionisti impegnati possano svolgere un lavoro di sensibilizzazione delle comunità, elaborando, per esempio, progetti in cui il vicinato e i cittadini diventino protagonisti. Le persone affette dalla malattia e le loro famiglie debbono sentirsi parte integrante di una società che può e deve alleviare le loro fatiche emotive e contrastare il senso di solitudine".
"La Deliberazione della Giunta Regionale 14 novembre 2016, n. 37-4207, è un passo in avanti. Oltre a recepire l’Accordo Stato, Regioni ed Enti Locali sul "Piano nazionale demenze", la Regione annuncia di non volersi limitare ad un adempimento formale, ma di volerne dare concreta attuazione. Nelle linee di indirizzo, si afferma di ambire a fare una ricognizione delle "buone pratiche" presenti sul territorio regionale, con particolare attenzione a forme innovative di modalità di presa in carico dei pazienti affetti da demenza e dei loro famigliari e caregiver".
"L’Ordine degli Assistenti Sociali regionale - conclude Rosina - è disponibile a collaborare in tale direzione. Siamo convinti che vi siano tante esperienze interessanti che possono indicare la strada da perseguire".