Con questo interessante intervento il professor Livio Berardo, già docente del Liceo Classico “Gandino” di Bra, ricorda un singolare aneddoto che coinvolge la figura di Oreste Badellino, docente originario di Santa Vittoria d'Alba, chiamato alla corte della famiglia industriale torinese per seguire gli studi in greco e latino di un giovane e irrequieto Gianni Agnelli. Con piacere lo pubblichiamo integralmente a seguire.
Dunque la holding che terrà assieme Fiat e Peugeot si chiamerà Stellantis. «Stellantis - spiegano Fca e Psa - deriva dal verbo latino "stello" che significa "essere illuminato di stelle" e trae ispirazione da questo nuovo e ambizioso allineamento di marchi automobilistici leggendari e forti culture aziendali che, unendosi, sono in procinto di creare uno dei nuovi leader nella prossima era della mobilità..».
Dopo l’opzione per il fisco inglese e il diritto olandese, il gruppo automobilistico riporta finalmente in Italia, anzi all’Europa latina, se non le tasse, almeno il blasone, con il consenso dei partner francesi.
Parrebbe addirittura un ritorno alle origini: il nome Fiat fu in effetti pensato non solo come sigla ma come verbo latino, che nella locuzione più famosa, la biblica fiat lux, racchiude il momento fondamentale della creazione.
A questo non modesto accostamento fra il principio dell’universo e il decollo di una nuova industria credeva Giovanni Agnelli il senatore, il quale nutriva profondo rispetto per la cultura classica, tanto da volere che il nipote, suo successore predestinato dopo la morte prematura del figlio Edoardo, si iscrivesse al severo liceo Massimo d’Azeglio. E quando l’irrequieto adolescente rischiò la bocciatura fin dal ginnasio, lo affidò per una energica cura di ripetizioni a un latinista-grecista di rango come il nostro Oreste Badellino (nostro, perché nato a Santa Vittoria d’Alba e rivelatosi brillante docente in quel di Cherasco, prima di vincere una cattedra nel prestigioso istituto torinese).
Ma che latino è quello a cui ricorrono oggi Fiat e Peugeot? Il verbo stello, stellas, stellare (denominativo da stella) è eminentemente transitivo: significa cioè riempire di stelle, costellare. Possiede un participio passato (passivo) stellatus e un participio presente stellans, stellantis intransitivo, come in Lucrezio (caelo stellante), Virgilio (stellantis regia caeli), ecc.
Stellantis che caso è? Se la i della desinenza è breve, si tratta di un genitivo singolare (complemento di specificazione, ma, nel nome della holding, di che?), se lunga, ecco un accusativo plurale poetico, ricalcato su quello dei nomi parisillabi della terza declinazione (antichi temi in i): complemento oggetto o di moto retto da quale verbo?
Penso che Giovanni Agnelli «il senatore» e Giovanni Agnelli «l’avvocato» oggi sarebbero alquanto perplessi davanti al nome inventato per la holding e si rivolgerebbero (immaginando anche lui in vita) al prof. Badellino per un aiuto, o meglio consulterebbero il suo monumentale dizionario italiano-latino, magari pensando che i compensi dei supermanager che hanno partorito la novità Stellantis siano sproporzionati rispetto a quelli modesti degli insegnanti, che non producono dividendi, ma un po’ di latino ancora lo masticano.