A Davide sarebbe sicuramente piaciuto volare in Africa, così come sua sorella ha fatto negli ultimi anni, prima in Senegal e poi in Zambia. Proprio per ricordarlo, a un anno dalla sua scomparsa, Ester Fraschia ha deciso con la famiglia di aprire una raccolta fondi in memoria del fratello che contribuirà a costruire il futuro di bambini e ragazzi del Mthunzi Centre, progetto socio-educativo e centro di accoglienza residenziale gestito dalla comunità di Koinonia di Lusaka, in Zambia. Le donazioni arriveranno a Mthunzi attraverso l’associazione Amani, attiva nel centro per ex bambini di strada.
“Il sette aprile Davide avrebbe compiuto ventiquattro anni e io, quel giorno, mi trovato proprio lì, in Zambia, al Mthunzi Centre” spiega Fraschia. “Lui aveva idealizzato l’Africa – continua –, ricordo che al ritorno dal mio primo viaggio in Senegal mi accolse con un ‘Chissà come sei cresciuta’ e mi raccontò che invidiava la mia esperienza”. Studentessa di comunicazione interculturale, ventiduenne di Angrogna, Fraschia dimostra come l’amore per quel continente si è sempre respirato nella sua famiglia angrognina, suo fratello adottivo Iossuf, arriva proprio da lì: “Da bambina avevo tanti libri ambientati in Africa e mi piaceva immaginarmi come una regina del posto”. La sua passione si è concretizzata recentemente: “Due anni fa il mio primo viaggio in Senegal, ma nel frattempo ero già stata volontaria in un centro per migranti minorenni in Sicilia”. La cultura africana, quindi, ha continuato ad affascinarla anche da grande: “Probabilmente, in quei posti, il sole è così presente da scaldare non solo il clima, ma anche il cuore delle persone”.
All’arrivo al Mthunzi Centre ciò che l’ha stupita è stata l’energia dei bambini: “Al mattino vanno a scuola, poi studiano, si occupano delle faccende domestiche e hanno ancora la forza per fare sport. Praticamente tutti i giorni si dedicano all’attività sportiva, oppure alla danza o alla musica e al teatro. Mi ha colpito in particolare il gruppo di acrobatica, che in passato è anche venuto in Italia per esibirsi in un tour”. I circa 60 bambini e ragazzi del centro sono stati salvati da una vita da strada nella metropoli di Lusaka che dista una quindicina di chilometri: “Buona parte di loro sono orfani, oppure figli di genitori che non se ne possono occupare. Prima di arrivare a Mthunzi vivevano pensando che le emozioni sono debolezze da evitare e senza mai potersi abbandonare in un pianto”.
Al centro sta svolgendo il servizio civile volontariato un amico di Fraschia, Michelangelo Lixi Mulas, che la aiuta nella raccolta fondi. “Ho fiducia nell’associazione Amani, perché dimostra l’approccio giusto – rivela Fraschia –. A volte, alcune associazioni, rischiano di aiutare con arroganza. Al contrario Amani è molto attenta alle esigenze della popolazione locale e lavora per renderla autonoma nella gestione del centro. Alcuni educatori che lavorano a Mthunzi, ad esempio, sono ex bambini di strada”.
Le donazioni verranno raccolte entro il 2 giugno in alcune attività della Val Pellice: alimentari Vecco ad Angrogna, alimentari Baussan a Luserna San Giovanni e Britannia Pub a Torre Pellice. È possibile, inoltre, donare direttamente alla famiglia Fraschia/Benech oppure facendo un versamento a: associazione Amani (c/c postale n. 37799202 Associazione Amani Onlus Via Tortona 86, Milano 20144; bonifico bancario: Iban
IT43 F050 1801 6000 000 1503 0109 Bic/Swift CCRTIT2T84A Associazione Amani Onlus Banca Popolare Etica, con causale “testi scolastici centro Mthunzi, Lusaka”).
“Ciò che raccoglieremo sarà finalizzato, prima di tutto, all’acquisto dei libri di testo per i bambini che attualmente lavorano solo sugli appunti rischiando così di rimanere indietro e di non concludere gli studi” spiega Fraschia. I libri verranno organizzati in una piccola biblioteca a disposizione dei 60 bambini di Mthunzi, ma con le donazioni, Fraschia spera di andare oltre: “Con quello che avanzeremo vorremmo costituire un fondo per permettere l’acquisto di materiale scolastico anche in futuro. La carenza è forte, gli alunni a volte si trovano a dover scrivere per terra con i gessetti”. Se poi la raccolta andrà particolarmente bene, l’obiettivo sarà allestire una vera e propria sala studio: “Abbiamo già individuato l’edificio, vogliamo riallestirlo, in modo da trasformarlo in un posto rilassante, pulito e che favorisca la concentrazione”.