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Economia e lavoro | 15 aprile 2024, 12:45

I torinesi non hanno mai speso così tanto in 10 anni: pasti fuori casa, viaggi, cibo. Ma l'inflazione ci fa più poveri

Secondo I dati della Camera di Commercio, nel 2023 le famiglie hanno speso quasi 2600 euro al mese. Ma si risparmia di meno e ci si sente più precari

I torinesi non hanno mai speso così tanto in 10 anni. Ma l'inflazione ci fa più poveri

I torinesi non hanno mai speso così tanto in 10 anni. Ma l'inflazione ci fa più poveri

I torinesi tornano a spendere, ma è (in buona parte) colpa dell'inflazione. Se infatti le famiglie sotto la Mole hanno fatto registrare nel 2023 una spesa media di poco inferiore a 2600 euro al mese, la più alta negli ultimi dieci anni, è anche impassibile non pensare che a questo dato non abbia contribuito una corsa dei prezzi verso l'alto che solo negli ultimi tempi si è fermata.

Si risparmia di meno

Secondo I dati della Camera di Commercio di Torino, poi, l'aumento della spesa (+1,7%) non corrisponde a una crescita del reddito, ma a una diminuzione del risparmio. Tanto che ormai addirittura sei coppie con figli su dieci si collocano in una fascia di difficoltà. Ma soffre anche la persona che vive da sola (59,1%).

Frutta, pesce e dolci

Si fanno spese per la casa, ma anche cibo (frutta, pesce e anche dolci) sono le voci che pesano di più, mentre si fa qualche rinuncia per mobili, arredamento, apparecchi TV e tecnologici e telefonia.

Anno anomalo (su 5)

Per un anno rifiatano abbigliamento e calzature, ma nell'arco di cinque anni la tendenza resta comunque in netto calo così come per la comunicazione, tempo libero e, purtroppo, anche per la Salute. Sia come medicinali che come occhiali e dispositivi medici.

"Stiamo lentamente tornando a una vita normale, dopo il Covid - dice Dario Gallina, presidente della Camera di Commercio di Torino - ma ci sono effetti sia del post Covid che dell'aumento del costo della vita, che causa un impoverimento delle persone, alterandone i comportamenti di consumo".

Viaggi e pasti fuori casa

In questa condizione cresce la voglia di togliersi qualche sfizio, come i pasti fuori casa, ma anche i viaggi. E se da un lato aumenta il commercio online, dall'altro diminuiscono le persone che comprano prodotti da asporto. "Siamo però una società che fa più fatica ad arrivare alla fine del mese, magari prediligendo canali e offerte da supermercato rispetto al commercio tradizionale".

Niente da parte

La sfida del risparmio sembra persa, visto che coloro che riescono a mettere qualcosa fa parte sono scesi al 16,7% mentre erano il 20% nel 2022, il 25 bel 2021 e il 28 nel 2020.

La sensazione di aver visto calare il proprio potere d'acquisto tocca il 70% delle famiglie. Nel 2019 lo pensavano il 19,2%. 

I rimedi? Sempre più torinesi comprano al supermercato (48,5%) o al discount. Il tutto a spese del negozio tradizionale. Sempre più persone comprano online (chi lo fa spesso è salito dal 12,9 al 34,6% in quattro anni). 

Sensibilità ambientale

Accanto alle difficoltà, tra le famiglie aumenta anche la voglia di non sprecare e, di conseguenza, di essere più sostenibili a livello ambientale. Chi dice di fare molta o abbastanza attenzione pesa in tutto per l'85%. Soprattutto - anche qui - coppie con figli o single.

Si cerca di combattere lo spreco di cibo (82,5%) e di usare l'auto solo se necessario (52,4%). E cura in crescita si nota anche per l'uso di prodotti sfusi, la differenziata e l'uso efficiente degli elettrodomestici.

"I dati diffusi dalla Camera di commercio sulla spesa delle famiglie torinesi nel 2023 – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa - testimoniano il peso dell’inflazione e dell’aumento dei costi sulle scelte di spesa dei torinesi. Si conferma la sofferenza del negozio tradizionale a causa anche della concorrenza sleale di centri commerciali, outlet e colossi dell’e-commerce. Una tendenza che dobbiamo invertire; la nostra società non può e non deve permettersi di perdere ancora altri negozi, dal momento che tutti gli indicatori testimoniano che dove c’è un fenomeno di desertificazione commerciale il territorio si impoverisce economicamente e culturalmente e arrivano degrado e insicurezza".

Massimiliano Sciullo

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