Un braccio di mare, storicamente, a fare da confine e da divisione, ma tanti motivi per cercare occasioni di dialogo e collaborazione. La Tunisia chiama Torino e, attraverso il Mediterraneo, è pronta a rafforzare legami soprattutto in settori economici come l'Ict. Ma non solo: spazio anche per automotive, aerospazio, tessile e agroalimentare.
Si è tenuto oggi l'incontro tra la delegazione nordafricana e quella torinese e piemontese, primo atto di un incontro che nel mese di novembre vedrà le nostre aziende ricambiare la visita.
La carica delle 120
"Tunisia: una porta sull’Africa" è il titolo del vertice organizzato dall’Unione Industriali Torino, dalla Camera di Commercio di Torino, in collaborazione con l’Ambasciata di Tunisia a Roma e Fipa Invest in Tunisia. Oltre 120 le imprese piemontesi presenti, accompagnate dall’assessore regionale alle Finanze e Internazionalizzazione, Andrea Tronzano.
Il contesto è già piuttosto sviluppato: sono 990 le imprese italiane presenti in Tunisia, con oltre 83mila addetti diretti e un fatturato di 1,1 miliardi di euro. “Questo incontro rappresenta un momento importante per consolidare le relazioni economiche tra i nostri due Paesi, e il primo passo in questa direzione sarà la missione imprenditoriale prevista per novembre, durante la quale avranno luogo incontri B2B con aziende e istituzioni tunisine” ha spiegato Giorgia Garola, vicepresidente con delega all’internazionalizzazione dell’Unione Industriali.
Tunisia come piattaforma produttiva naturale
“La Tunisia è una piattaforma produttiva naturale per nostre le imprese impegnate a diversificare le proprie attività e a penetrare nuovi mercati nel Maghreb, nell’Africa subsahariana e nel Golfo - aggiuge Garola - Queste sono caratteristiche ancora più importanti oggi, in un momento geopolitico che presenta criticità in molte aree del mondo”.
“Insieme possiamo costruire un futuro di prosperità condivisa basato sui valori comuni di cooperazione, innovazione e sviluppo sostenibile” ha spiegato l'ambasciatore tunisino in Italia, Mourad Bourehla. La Tunisia, infatti, rappresenta “una porta di accesso privilegiata verso l'Africa subsahariana e l'Italia è sempre stata un partner strategico".
Progetti e crescita insieme
In Tunisia solo nel 2023 l’Italia è stata protagonista di 164 progetti di investimento che hanno creato 3074 posti di lavoro, e nel primo semestre 2024 il nostro Paese è stato il secondo investitore dopo la Francia (dati Fipa Invest in Tunisia). E la tendenza che si sta delineando è legata a una alta specializzazione tecnologica verso cui la Tunisia si sta indirizzando, con oltre 2.200 imprese del settore, che crescono dell’8% annuo, e che pongono Tunisi al primo posto tra i Paesi del Nord Africa per le ricerche scientifiche e tecniche, e tredicesima su scala mondiale (Indice Mondiale dell’Innovazione 2020).
Ict, automotive, aerospazio e non solo
E ancora: il 18% dei 65mila diplomati annuali provengono dalla filiera dell’ICT, anche grazie ai mille Centri di Formazione Professionale presenti nel Paese. Cui si aggiungono 10 tecnopoli, 19 cyber parchi, 1.500 zone industriali sviluppate, 10 cluster di competitività e nove aeroporti.
Nel settore automotive sono 280 le imprese presenti, di cui il 65% opera esclusivamente sui mercati internazionali, con la Germania come destinazione per il 37% delle esportazioni totali, seguita da Francia (21%), Romania (12%) e Italia (11%), per un totale di 90mila addetti, più che raddoppiati dal 2010. Sono invece 17mila gli addetti del settore aeronautico, che cresce a un ritmo dell’8% annuo. Tessile, farmaceutico, energia rinnovabile e agroalimentare gli altri settori dove sono presenti le imprese italiane.
Ad attrarre le nostre imprese contribuiscono la semplicità nelle procedure d’insediamento, la protezione della proprietà intellettuale, procedure doganali semplificate, deduzione dei redditi o benefici provenienti dall’attività, possibilità di presa in carico delle spese d’infrastrutture nel settore dell’industria limitate al 10% del costo del progetto.