Si è tenuto oggi, lunedì 7 ottobre, presso la Sala d’Onore del Circolo dei lettori, il seminario d’apertura promosso dalla Consulta della legalità, partecipata da tutte le categorie economiche del torinese, progetto sostenuto dalla Camera di commercio di Torino e realizzato da Avviso Pubblico, che si pone come obiettivo quello di formare gli imprenditori per prevenire e contrastare le infiltrazioni mafiose sul territorio provinciale.
È stato il primo di quattro seminari – ideati da altrettanti gruppi di lavoro tematici – dedicati alla conoscenza del fenomeno mafioso nei vari comparti dell’economia, tra cui agricoltura, carburanti, edilizia, logistica, trasporti, turismo e rifiuti.
Il seminario, intitolato La presenza e l’azione della criminalità organizzata di tipo mafioso in Piemonte. Quali politiche e strumenti di prevenzione per le imprese del territorio?”, ha visto la partecipazione di Enzo Pompilio D’Alicandro, Vicepresidente della Camera di Commercio, Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico e Marco Porcedda, Assessore alla Legalità e Sicurezza, Comune di Torino, che hanno introdotto le relazioni di Rocco Sciarrone, docente dell’Università di Torino e di Tommaso Pastore, Capocentro della Direzione Investigativa Antimafia di Torino. Il seminario è stato moderato da Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico.
“In questa sala vi sono imprenditori che intendono acquisire anticorpi utili a costruire una rete di legalità organizzata – ha sostenuto Roberto Montà – Dobbiamo dimostrare che la legalità conviene a 360 gradi, che essa è in grado di costruire giustizia economica e sociale”.
“Questo progetto è importante per la città – ha evidenziato Marco Porcedda – Ed è la dimostrazione di come il fenomeno sia ben attenzionato e sotto la lente di ingrandimento delle Istituzioni e di tutte le categorie che sono direttamente coinvolte”.
“La presenza mafiosa in Piemonte è di lunga data, ma a lungo sottovalutata sia dal mondo della politica che da quello del lavoro e delle professioni – ha sottolineato Rocco Sciarrone – Non c’è solo la forza mafiosa ma ormai hanno grande capacità strategica. Molto dipende da come reagisce il territorio. Dopo l’operazione Minotauro mi sarei aspettato una profonda riflessione delle categorie coinvolte, ma non è accaduto. Il problema non è tanto la quantità di illegalità presente, bensì gli intrecci tra legale ed illegale, e le forme molteplici di compresenza che essi possono assumere. Sono questi intrecci a spiegare i meccanismi di genesi e di riproduzione delle mafie, ovvero la loro capacità di perdurare nel tempo e di espandersi nello spazio. La posta in gioco dell’agire mafioso non è soltanto la ricerca del profitto, ma un peculiare mix tra benefici materiali ed esercizio del potere”.