Universitari e movimenti studenteschi sono scesi in piazza per contestare il rettore uscente di Unito, Stefano Geuna, accusato di non aver preso una posizione chiara né sul conflitto tra Palestina e Israele, né sugli scontri tra polizia e studenti avvenuti al campus Luigi Einaudi.
"Geuna, il Rettore della vergogna"
Geuna, definito nel corso del presidio come il "Rettore della vergogna", in carica dal 2019 e arrivato ormai a fine mandato, è stato simbolicamente "salutato" con striscioni ironici e cori di protesta. Gli studenti lo accusano di aver scelto il silenzio proprio quando l’università avrebbe dovuto, a loro dire, schierarsi in difesa dei diritti e della libertà di espressione.
Il presidio partito dal rettorato
Il presidio è partito dal rettorato dell’Università di Torino, in via Po 17. Al grido di "Palestina libera", una trentina di studenti hanno dato vita a una manifestazione vivace e determinata, riportando al centro del dibattito il conflitto in Medio Oriente e i rapporti tra il mondo accademico e le istituzioni israeliane.
Slogan, volantini e contestazione
Volantini appesi alle finestre dell'ufficio del rettore e slogan lanciati al megafono hanno scandito la protesta. Alcuni manifestanti, megafono alla mano, hanno preso la parola: "Il presidio prosegue e intanto il rettore non ha fatto nulla per cessare la complicità con il genocidio che sta avvenendo in Palestina. Da oltre un anno, tra proteste e occupazioni, chiediamo all'Università di Torino di chiudere i rapporti con le aziende che foraggiano Israele di armi e che usurpano le nostre università".
Infine, il presidio si è concluso con l'accensione di fumogeni colorati per ricordare i colori della bandiera palestinese e con il coro ormai simbolo delle proteste contro Israele: "Dobbiamo boicottare Israele, Torino sa da che parte stare: Palestina libera dal fiume fino al mare".