Cultura e spettacoli | 16 maggio 2025, 13:07

Liga-mania, al Salone 2025 grande pubblico per il cantautore: “Oggi c’è molta competizione per emergere: non fa bene alla musica”

Ospite della kermesse per un incontro insieme al cardinale Matteo Zuppi: “Un libro che mi ha segnato da adolescente? Delitto e castigo”

Luciano Ligabue ospite al Salone del libro 2025

Luciano Ligabue ospite al Salone del libro 2025

È stato accolto da un Auditorium del Centro Congressi gremito, Luciano Ligabue. Il cantautore è stato subito applaudito al suo ingresso insieme al cardinale Matteo Zuppi (uno dei più gettonati, fino a pochi giorni fa, per raccogliere l'eredità di Papa Francesco) con cui ha condiviso il palco per un incontro insieme a Gigio Rancilio. 

"Io, timido fatto salire sul palco"
Dalla guerra, alla spiritualità, fino all’impegno della musica sono stati alcuni dei temi trattati durante l’intervista in cui la rockstar si è raccontata al pubblico del Salone. “Se decidi di salire su un palco e hai una certa timidezza come ce l’ho io, vuoi dire che qualche problemino ce l’hai. Vivi cioè in una realtà che si basa sull’approvazione altrui. Quando ho cominciato non mi sono posto nessun tipo di problema perché mi hanno dato la possibilità di cantare al posto di lavorare. Poi succede che quando qualcuno si tatua una tua frase o un simbolo che ti riguarda, capisci che non lo puoi fare in modo così leggero. Si alza il livello perché puoi trasmettere un’energia, un supporto per chi sta passando un momento difficile. C’è stato un momento in cui ho capito che il pubblico mi dava fiducia e mi sono aperto molto di più, gli racconto tutto quello che posso nonostante le mie riserve. In piena pandemia c’era questa totale incertezza, per me è stata l’occasione per fare chiarezza sulle emozioni che mi hanno accompagnato nel mio percorso di vita”. 

"Canto vite che non vivrò. Espertissimo di sensi di colpa"
Le storie - ha aggiunto il cantante - ci servono per ficcare il naso nelle vite che non vivremo, vedere quante vite possibili avremmo potuto vivere e riconoscere tratti che magari invece sono comuni. Un libro che mi ha segnato nella mia adolescenza è stato sicuramente Delitto e castigo perché sul senso di colpa sono un espertissimo”. 

Fede, crisi e pandemia
Parlando di spiritualità ha spiegato il significato dietro il brano “Chissà se Dio si sente solo”, canzone scritta nel 2023. “È una canzone che parla di paure, è un elenco di paure, la paura si ha quando ci si sente soli. Provo sempre un po’ a umanizzare Dio. C’è il pensiero che si senta abbandonato. In questi anni, c’è stata la pandemia, la guerra in Ucraina, a Gaza, i giovani che vanno dallo psicologo pensando di non avere un futuro. Sono tempi duri insomma, come non ne ho mai visti. Quella musica nasce da quell’esigenza di raccontare quella paura. È stato proprio un sasso lanciato nello stagno, per quello che potevo. Sono stato bambino negli anni ’60, in un’Italia meravigliosa, sono poi stato adolescente negli anni ’70 quando c’era la speranza di cambiare il mondo. Oggi 26 persone detengono il patrimonio della metà del mondo, è l’opposto di quello in cui noi speravamo. Questo tipo di squilibrio non può non portare infelicità”. 

Canzoni dalla vita breve
E alla domanda sul perché il mondo della musica sia rimasto in silenzio, Ligabue ammette: “Non so se effettivamente il mondo della musica sia rimasto in silenzio. Credo sia più difficile fare arrivare le cose. Il mondo si è complicato, escono molte canzoni che hanno vita più breve rispetto al passato e non so se lasciano una traccia più profonda. C’è anche un altro aspetto. Il fatto che c’è una competizione così alta oggi fa sì che il bisogno di dire sia sopraffatto dal bisogno di esserci e di fare successo, questo non fa bene alla musica. La musica deve fare qualcosa, ma è anche la politica che deve fare qualcosa”. 

Chiara Gallo

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Barbara Gabriella Renzi

Salve! Mi chiamo Barbara Gabriella. Sono appassionata di filosofia, psicologia e letteratura. Ho scritto e scrivo di filosofia e anche i miei brevi racconti hanno sempre un risvolto filosofico e psicologico.
Ho all’attivo articoli e libri in inglese e in italiano su vari argomenti: filosofia della scienza, dell’ambiente e del linguaggio. In particolare mi sono interessata di metafore dal punto di vista cognitivo e ho puntato le mie analisi sulla loro abilità di strutturare il nostro modo di pensare e la nostra visione del mondo.
Mi piacciono i gatti e anche i cani ma purtroppo vivo senza animali. Adoro il mare e la sua canzone e la montagna d’estate quando si cammina sui sentieri e ci si immerge nella natura. Tra i viottoli e le mulattiere, lì, i miei passi danno il ritmo ai miei pensieri. Vivo a Berlino e ne sono contenta.

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