Attualità | 11 luglio 2025, 09:56

99 pizzerie a Torino: una guida che racconta la città attraverso i suoi impasti migliori

Un vademecum bilingue per orientarsi tra i diversi stili di pizza a Torino con schede chiare e un taglio editoriale tutto pop

Una guida racconta le pizze migliori di Torino

Una guida racconta le pizze migliori di Torino

We Love Pizza Torino 2025 propone un percorso ragionato tra le pizzerie più interessanti della città. Non una classifica, ma una selezione costruita su un anno di assaggi, con attenzione alla qualità degli ingredienti e alla leggerezza degli impasti. L’obiettivo degli autori, Sarah Scaparone e Giorgio Pugnetti, è semplice: raccontare una Torino gastronomica in movimento, che ha fatto della pizza un punto d’incontro tra tradizione e futuro. La guida si muove nei quartieri, anche in quelli meno noti, cercando di restituire una mappa utile sia a chi conosce la città sia a chi la visita per la prima volta. Il tono è diretto e sobrio, senza eccessi narrativi o giudizi marcati. A prevalere è piuttosto un approccio informativo, pensato per orientare torinesi e turisti nel variegato mondo subalpino del prodotto Made in Italy più famoso al mondo.

Le pizzerie presentate per tipologia

Una delle scelte più funzionali della guida è l’organizzazione delle schede per tipologia di prodotto: padellino, contemporanea, romana, teglia, mattone, napoletana. Questo consente una lettura trasversale del panorama torinese, aiutando il lettore a scegliere in base al proprio gusto. Le schede sono sintetiche, ben costruite: indicano il quartiere, una descrizione del locale, e il prezzo della Margherita, usata come riferimento standard. In appendice, vengono segnalate anche una decina di pizzerie in provincia, utile per chi si muove fuori città. Il numero 99 risponde a un’esigenza pratica: selezionare senza esagerare, mantenendo una soglia di qualità costante.

 La pizza come storia della città

Senza forzature retoriche, la guida lascia emergere un legame tra la pizza e l’identità torinese. L’attenzione per la pizza al padellino – spesso trascurata – è un segnale di riscoperta del patrimonio locale. Allo stesso tempo, molte pizzerie raccontano storie di migrazioni e di integrazioni, in una città che ha accolto negli anni nuove persone e, insieme ad esse, nuovi ingredienti e nuovi modi di declinare cibi antichi. La pizza diventa così un indicatore non solo della trasformazione gastronomica di Torino, ma anche delle sue metamorfosi sociali e culturali. L’approccio, funzionale allo scopo degli autori, è in ultimo piuttosto pragmatico e finalizzato a farsi un’idea del locale e delle pizze proposte. Senza che tuttavia manchino, laddove possibile, spunti utili a esplorare la città e i suoi quartieri anche al di là della pizza.

 La grafica accattivante e giovane

Dal punto di vista editoriale, We Love Pizza Torino 2025 (19€) si distingue per il formato curato, la grafica pulita, lo stile pop e per la dinamica copertina, illustrata dal disigner torinese Emiliano Cavalli. L’impostazione è quella di un volumetto da conservare, piuttosto che da consultare rapidamente e poi dimenticare. E, se l’assenza di pubblicità ne facilità la leggibilità, la traduzione delle diverse schede in inglese la rende facilmente fruibile anche a turisti che non vogliono perdersi questo singolare aspetto di quella che fu la prima capitale d’Italia. Nel complesso, dunque, un prodotto semplice, ben fatto che non cerca effetti speciali. Ma che, proprio per questo, risulta estremamente utile a chiunque voglia districarsi nel mondo delle pizzerie torinesi. Che il volumetto ci fa scoprire come ben più articolato di quanto, a tutta prima, si potrebbe presumere.

Piergiuseppe Bernardi

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