Se il futuro dell'auto passerà ancora dalle parti di Torino, di certo no sarà alimentato a idrogeno. In queste ore, infatti, Stellantis ha comunicato la decisione di interrompere il programma di sviluppo della tecnologia a celle a combustibile a idrogeno. Le cause riguardano la limitata disponibilità di infrastrutture per il rifornimento di idrogeno, ma anche gli elevati requisiti di capitale e la necessità di maggiori incentivi all’acquisto da parte dei consumatori. "L’Azienda non prevede l’adozione di veicoli commerciali leggeri alimentati a idrogeno prima della fine del decennio", si legge nella nota ufficiale diffusa dal Gruppo.
Concentrati sul taglio alle emissioni
Pertanto, quest’anno Stellantis non lancerà più la sua nuova gamma di veicoli Pro One alimentati a idrogeno. La produzione in serie avrebbe dovuto iniziare quest’estate a Hordain, in Francia (furgoni di medie dimensioni) e a Gliwice, in Polonia (furgoni di grandi dimensioni). “In un contesto in cui l’Azienda si sta mobilitando per rispondere alle stringenti normative europee sulle emissioni di CO2, Stellantis ha deciso di interrompere il suo programma di sviluppo della tecnologia a celle a combustibile a idrogeno”, spiega Jean-Philippe Imparato, Chief Operating Officer per l’Europa allargata. “Il mercato dell’idrogeno rimane un segmento di nicchia, senza prospettive di sostenibilità economica a medio termine. Dobbiamo fare scelte chiare e responsabili per garantire la nostra competitività e soddisfare le aspettative dei nostri clienti con la nostra offensiva di veicoli elettrici e ibridi per passeggeri e veicoli commerciali leggeri”.
Nessun impatto sul personale
Questa decisione non avrà alcun impatto sul personale presso i siti produttivi di Stellantis. Le attività di ricerca e sviluppo legate alla tecnologia dell’idrogeno saranno reindirizzate verso altri progetti.
“La decisione di Stellantis di abbandonare l’idrogeno non giunge inattesa e segue quanto già altre case automobilistiche hanno deciso. Per fortuna, i ritardi con cui Stellantis aveva programmato gli investimenti per tale tecnologia hanno stavolta un risvolto positivo, in quanto non ci sarà alcun impatto per l’occupazione: segno evidente che, a volte, i ritardi aiutano”, commenta Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic Confsal. “Noi pensiamo che, invece, sia arrivato il momento che Stellantis riprenda l’ingegnerizzazione e la produzione di motori a gas propano liquido (GPL), tecnologia sulla quale l’azienda aveva ottenuto risultati di eccellenza, sia dal punto di vista del mercato che dello stesso impatto ambientale”.