Viabilità e trasporti | 21 luglio 2025, 16:18

Frejus, dal 28 luglio operativa la seconda canna del traforo. FAI: “L’autotrasporto ha già pagato troppo”

D’Alicandro (FAI Torino): “Pedaggi aumentati da anni per un servizio finora non disponibile. Si riattivi anche l’Autostrada Ferroviaria Alpina”

Foto di archivio

Foto di archivio

A partire da lunedì 28 luglio sarà finalmente aperta al traffico la seconda canna del traforo autostradale del Fréjus, lungo l’asse Torino–Modane. Si tratta di un’opera fondamentale per la sicurezza e l’efficienza del trasporto stradale attraverso le Alpi, destinata ad assumere un ruolo ancor più centrale nei prossimi mesi, con la chiusura del traforo del Monte Bianco prevista dal 1° settembre per 15 settimane consecutive.

Il nuovo tunnel, lungo 12,87 chilometri, garantirà un traffico separato tra le due direzioni di marcia, eliminando gli incroci tra i veicoli e aumentando sensibilmente i livelli di sicurezza. In caso di incidente o chiusura temporanea di una delle due canne, sarà possibile intervenire con maggiore rapidità e flessibilità, assicurando la continuità operativa.

“L’autotrasporto ha già pagato troppo”

“Un’opera attesa da tempo, che oggi accogliamo con favore – dichiara Enzo Pompilio D’Alicandro, Presidente FAI Torino e Vicepresidente dell’Interporto di Orbassano – ma che l’autotrasporto ha già iniziato a pagare da anni. I pedaggi sono aumentati nonostante la seconda canna fosse ancora inutilizzabile. Per troppo tempo abbiamo contribuito ai costi di un servizio di fatto inesistente”.

I lavori, conclusi dopo anni di ritardi e complessità burocratiche, hanno comportato un investimento complessivo di 700 milioni di euro. Oltre allo scavo e all’allestimento del nuovo tunnel, sono stati installati sistemi di sicurezza di ultima generazione e il centro di controllo è stato trasferito sul versante italiano per garantire un monitoraggio più efficace e tempestivo.

Nella nuova galleria resteranno in vigore le stesse regole già applicate alla canna esistente: velocità compresa tra i 50 e i 70 km/h e distanza minima obbligatoria di 150 metri tra i veicoli.

“Quando si parla di sicurezza – sottolinea D’Alicandro – ogni ritardo pesa doppio. Finalmente una buona notizia per i trasportatori, che da troppo tempo subiscono costi crescenti senza benefici reali.”

AFA, l’altra infrastruttura da riattivare

FAI Torino torna anche a sollecitare il ripristino dell’Autostrada Ferroviaria Alpina (AFA), ferma da oltre due anni a causa della frana di La Praz.

 “Confidiamo – aggiunge D’Alicandro – che in autunno venga finalmente riattivato il collegamento ferroviario tra Orbassano e Aiton. L’AFA può contribuire a decongestionare il traffico pesante, ridurre il numero di mezzi in circolazione lungo il tunnel e spostare su ferro una quota importante di merci pericolose.”

 Un’infrastruttura che, insieme alla seconda canna del Fréjus, rappresenta un tassello strategico per rafforzare i collegamenti logistici tra Italia, Francia e il resto d’Europa, in una logica di sostenibilità, sicurezza e competitività.

comunicato stampa

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