Attualità | 04 settembre 2025, 18:48

Vent'anni di pillola abortiva grazie al Sant'Anna di Torino. Viale: "Ora nei consultori e a domicilio" [VIDEO]

I Radicali ricordano la prima somministrazione della RU486 il 6 settembre del 2005

I Radicali celebrano i 20 anni di pillola abortiva grazie al Sant'Anna di Torino

I Radicali celebrano i 20 anni di pillola abortiva grazie al Sant'Anna di Torino

Vent'anni fa a Torino si metteva la prima pietra per l'uso della pillola abortiva. Vent'anni dopo, i Radicali chiedono ulteriori passi in avanti: dare la possibilità di utilizzare la RU486 anche nei consultori e a domicilio.

Dal 6 settembre 2005 ad oggi

Il 6 settembre 2005 la prima donna in Italia assumeva la pillola abortiva RU486 all'Ospedale Sant'Anna di Torino, dando il via alla sperimentazione del farmaco già da qualche anno al centro del dibattito tra medici, politici e opinione pubblica. L'opposizione dei Ministri della Salute Girolamo Sirchia, prima, e Francesco Storace, poi, rallentò le operazioni. Il Ministro Storace, in particolare, sospese la sperimentazione dopo che la pillola era già stata somministrata a 26 donne in 14 giorni. La sperimentazione riprese il 7 novembre 2005 e si concluse definitivamente a settembre 2006, dopo 362 somministrazioni.

Uno dei protagonisti di questa storia è il ginecologo Silvio Viale, da sempre nelle file dei Radicali e oggi consigliere comunale di +Europa&Radicali Italiani, a sostegno della maggioranza di Lo Russo anche se non sempre della stessa idea. Nel 2006 il Direttore Generale del Sant'Anna fu indagato con Viale e altri tre medici per non aver osservato l'obbligo di trattenere le donne in ospedale durante tutti e tre i giorni della somministrazione del farmaco, indagine poi archiviata nel 2007. La RU486 fu poi approvato dall'Aifa nel 2009m dopo un lungo iter. "Fu un atto di disobbedienza civile e autodeterminazione femminile e non fu facile ottenere la vittoria" ha raccontato Beatrice Pizzini dell'Associazione Radicale Adelaide Aglietta.

L'attacco all'assessore Marrone

Dal 2005 al 2025, oggi i radicali torinesi accusano l'assessore alle politiche socio sanitarie Maurizio Marrone di voler fare passi indietro nei diritti sull'aborto, ma non per la famigerata stanza dell'ascolto. "In Piemonte c'è uno scontro ideologico tra Marrone e le associazioni femministe - ha commentato Viale - perché da quando c'è lui nei luoghi di aborto non è cambiato niente. La Stanza dell'ascolto non è mai stata aperta e non deve riaprire. I finanziamenti vanno a gruppi antiabortisti che però fanno quello che già facevano prima".

La vera battaglia da portare avanti, dicono, è l'autorizzazione a fornire la pillola abortiva anche nei consultori e a domicilio. "C'è invece una battaglia da fare in Piemonte - ha proseguito Viale - cioè fare l'aborto farmacologico nei consultori e a domicilio, che è per legge possibile dal 2020. Potremmo intanto fare almeno un progetto pilota, farlo almeno in un consultorio".

L'avvio di una petizione

E su questa proposta è stata annunciato l'avvio di una petizione, che sarà presentata dai vari gruppi radicali nella prossima settimana: "Presenteremo una petizione in Regione Piemonte per avviare una sperimentazione per fornire la pillola abortiva anche nei consultori e a domicilio" ha dichiarato il coordinatore di Europa Radicale Igor Boni.

Francesco Capuano

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