Cultura e spettacoli | 24 settembre 2025, 16:29

A Villa della Regina, la seconda parte di QU.EEN con le mostre di Paolo Gubinello e Marco Cordero

Fino al 9 novembre

A Villa della Regina, la seconda parte di QU.EEN con le mostre di Paolo Gubinello e Marco Cordero

Dopo l'appuntamento primaverile torna la rassegna culturale QU.EEN narrazioni d’arte e natura a Villa della Regina che raccoglie e rilancia questa eredità con un programma che unisce mostre, incontri, arte e scrittura, trasformando ogni angolo del complesso museale – dalle sale ai giardini – in un palcoscenico di emozioni e pensiero. 

Questa prima edizione, a cura di Roberto Mastroianni, Sara Lyla Mantica e Valeria Amalfitano, con il coordinamento scientifico di Filippo Masino, si concentra sul legame profondo tra carta e racconto. La carta, fragile e potente simbolo di memoria, diventa il filo conduttore di un viaggio affascinante che attraversa arte, natura, storia e letteratura. Un invito a riscoprire Villa della Regina non solo come patrimonio, ma anche come fucina creativa in dialogo continuo tra passato e presente.

Le mostre
Aprono questa seconda parte della rassegna due mostre personali, a cura di Roberto Mastroianni: Non sono un poeta, amo incidere la mia parola di Paolo Gubinelli e Suite per un girasole di Marco
Cordero.

La mostra di Paolo Gubinelli, Non sono un poeta, amo incidere la mia parola, è un dialogo silenzioso tra luce, materia e parola che accompagna nell’universo lirico e sperimentale dell’artista. Un percorso
che attraversa la molteplicità dei materiali da lui utilizzati, con un’attenzione speciale per la carta. Fulcro dell’esposizione è infatti la ricerca di un equilibrio tra immagine e parola, tra segno visivo e testo scritto, nel contesto d’eccezione di Villa della Regina. Le opere offrono uno sguardo ravvicinato su questa riflessione creativa: le Incisioni su carta piegata portano la luce in dialogo con la materia e con gli
apparati decorativi della residenza; i Graffi ad acquerello e colori in polvere evocano la fragile bellezza del luogo; i cartoncini circolari intendono ricordare i ventagli su stoffa o carta dipinti a mano che nel
Settecento ornavano le pareti del cosiddetto Gabinetto delle Ventaglyne. Una sezione è dedicata alle opere che intrecciano il segno artistico con i versi di grandi poetesse, creando una sinergia profonda tra
arti visive e scrittura. Accanto ai lavori su carta, trovano spazio anche rilievi in ceramica dipinta, in dialogo ideale con le preziose porcellane che un tempo arricchivano le collezioni storiche della villa. A completare il racconto, le voci autorevoli di importanti critici italiani – in particolare torinesi – come Giulio Carlo Argan, Mirella Bandini e Paolo Fossati, che con le loro riflessioni illuminano la poetica e il
percorso creativo di Gubinelli.

Suite per un girasole di Marco Cordero è un viaggio immersivo tra arte, memoria e architettura, dove ogni intervento è pensato per risuonare con la storia e la bellezza di Villa della Regina. L’artista
presenta una selezione di opere insieme a installazioni site-specific che dialogano con la residenza e le tracce del passato, trasformando la residenza in un laboratorio di narrazione visiva e sensoriale. Cuore
dell’esposizione è la sala che un tempo ospitava la celebre Biblioteca del Piffetti, capolavoro di ebanisteria settecentesca. Trasferita nel 1879 al Palazzo del Quirinale a Roma per volontà della regina
Margherita, la Biblioteca rivive oggi grazie a un’accurata ricostruzione in realtà aumentata e virtuale, accessibile attraverso app, tablet e visori. Della Biblioteca, progettata da Pietro Piffetti come un
intervento totale, resta lo straordinario pavimento in legno intarsiato da cui prende vita l’opera di Cordero: una scultura-installazione che riprende la decorazione a forma di girasole presente sul pavimento, proiettandola tridimensionalmente nello spazio. Attraverso le sue sculture realizzate con libri, l’artista ricuce assenze e restituisce presenze. I volumi incisi, trasformati in materia viva e pulsante, diventano supporto per parole scolpite, tracce di sapere che emergono come radici nel tempo. Nelle sue opere, che intrecciano i temi del paesaggio, della spiritualità e della cultura, il libro – simbolo di conoscenza collettiva – si fa forma, gesto e riflessione. Il percorso espositivo si snoda in una narrazione visiva in cui la carta, la scrittura e il libro diventano un ponte tra passato e presente. Un intreccio poetico tra l’identità storica della residenza sabauda e i linguaggi dell’arte contemporanea, in cui la materia della parola diventa veicolo di nuove connessioni e visioni.

Entrambe le mostre proseguiranno fino a domenica 9 novembre.

ch. ga.

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