Addio a Claudia Cardinale, la seducente Angelica ne Il Gattopardo di Luchino Visconti se n’è andata all’età di 87 anni.
Nata a Tunisi da genitori italiani nel 1938, crebbe tra due culture. Divenne celebre dopo un aver vinto un concorso di bellezza a Tunisi. Dopo il successo del film basato sul romanzo di Tomasi da Lampedusa, lavorò a film entrati nella storia del cinema italiano come “8 1/2” di Federico Fellini e “C’era una volta il west” di Sergio Leone.
Diva al pari di Sophia Loren e Brigitte Bardot, negli anni Sessanta era definita una delle donne più belle del mondo. Nel 1969 fece la sua apparizione a Torino, al fianco di Catherine Spaack per il Salone dell’Auto. L’abito che indossò sul set de Il magnifico cornuto del 1964 è stato acquistato dal Museo Nazionale del Cinema nel 2019.
Con una carriera da oltre 150 film, l’attrice si è portata a casa diversi premi tra cui ben cinque David di Donatello, ma mai un Oscar. Sì è spenta dopo una lunga malattia nella sua casa di Parigi.
“Salutiamo Claudia Cardinale, presenza discreta ma imprescindibile di un'arte senza tempo, celebrata da Angelo Frontoni nelle foto sul set de Il Gattopardo di Luchino Visconti nelle vesti di Angelica accanto a uno strepitoso Alain Delon e a un inarrivabile Burt Lancaster. La ritroviamo seducente e dolce nello scatto, sempre di Frontoni, della mostra Pazza Idea, inaugurata al Museo Nazionale del Cinema la scorsa settimana, così come sorride, sempre alla Mole Antonelliana, nella cappella dedicata alla Titanus", la ricordano Enzo Ghigo e Carlo Chatrian, presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino.
"Gli abiti in cui la ritrae Angelo Frontoni nei suoi scatti non potrebbero essere più diversi: la sua delicata e misteriosa grazia resta immutabile sia avvolta da un velo colorato su un mare che ricorda quello della Sicilia, sia in completo da aerobica che ricorda la moda degli anni ’80.
Ma la vogliamo ricordare soprattutto come presenza d’eccezione alla mostra dedicata all’arte della fotografa Chiara Samugheo, organizzata dal Museo nel 2012: di lei rimane il sorriso trascinante, lo sguardo penetrate e seducente e la delicatezza di una donna che ha segnato la storia del cinema”, concludono Ghigo e Chatrian.