Cultura e spettacoli | 20 ottobre 2025, 09:25

A Camera, apre la nuova mostra “Cristian Chironi. Abitare l’immagine"

Dal 24 ottobre al 1° febbraio

A Camera, apre la nuova mostra “Cristian Chironi. Abitare l’immagine"

Dal 24 ottobre al 1° febbraio apre nella Project Room di Camera la mostra Cristian Chironi. Abitare l’immagine dedicata alla lettura del rapporto privilegiato tra fotografia e performance nell’opera multidisciplinare dell’artista sardo (Nuoro, 1974). Curato da Giangavino Pazzola, il percorso espositivo include una selezione di lavori fotografici, installativi e video – alcuni dei quali totalmente inediti – che ripercorrono la ricerca dell’artista dagli esordi negli anni ‘90 sino ad oggi, mostrando come la sua pratica artistica sia caratterizzata da originali strategie di costruzione dell’autoritratto, della messa in scena, della creazione dei personaggi e dell’ambientazione, elementi cardine nella generazione del valore costruttivo ed espressivo delle immagini.

È evidente già dai lavori a cavallo degli anni Duemila, infatti, che per Chironi la fotografia non è solo uno strumento orientato a immortalare l’azione del corpo in movimento: le modalità inedite adottate in progetti come Lina (2004) e Offside (2007) rivelano il ruolo centrale dell’immagine fotografica nell’indagare la complessità delle relazioni personali e della propria identità, attraverso la creazione di un immaginario di finzione che altera la percezione della realtà.

L’azione performativa compiuta in lavori come DK (2009), progetto in cui l’artista cerca di rubare l’aura delle sculture Antonio Canova da pubblicazioni e collezioni museali, o in altri come in Cutter (2010), dove rimuove porzioni di immagini attraverso l’intaglio di pagine di libri, invece, non solo connettono la sfera individuale con le culture globali ma, attraverso una progressiva scomparsa del corpo dell’artista dalla rappresentazione, consentono di registrare un nuovo modo di abitare l’immagine che caratterizzerà gli anni a venire. Operare sulle immagini presenti nei libri – e quindi sulla conoscenza del mondo attraverso di esse – mette in discussione la sacralità dell’immagine nel
produrre memoria, creando nuove connessioni di senso.

Progetti più recenti come My house is a Le Corbusier (2015 – in corso) completano il racconto della sua pratica, affiancando alla fotografia il collage, la scultura, il video e l’installazione. La teatralizzazione della messa in scena, nelle sue evoluzioni più recenti, lascia spazio a un gruppo di immagini dove il gesto non ha messaggi specifici ma, al contrario, apre alla quotidianità del mondo – simbolizzata dai Drive con l’auto 127 Camaleonte – attraverso la combinazione di più linguaggi.

Per info: https://camera.to/ 

comunicato stampa

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Johanna Finocchiaro

Buongiorno, Good morning, Bonjour, Buenos Días, Namasté!
Sono Johanna. Classe 1990, nata a Torino, appassionata di musica, viaggi, lingue straniere e poesia. Già, POESIA.
Scrivo sin dalla tenera età (mi sono innamorata di lei al nostro primo incontro, alle scuole elementari) e leggo, leggo tanto, sempre e ovunque. La mia massima fonte d'ispirazione è la natura e l'arte sua complice: mi conquistano l'immediatezza, la forza comunicativa, la varietà di forme e concetti espressi, la contraddizione.
Viaggiando ho compreso quanto il mondo sia immenso, dinamico ed io piccola. Mi ci sono adattata, pian piano, stravolgendo i piani e spostando i limiti. Oggi, continuo ad essere curiosa. E gioiosa. Mi occupo di divulgazione culturale e ho all'attivo quattro pubblicazioni: Clic (L'Erudita Editore), Ramificare (Eretica Edizioni), Specchi (Scrivere Poesia Edizioni), L'Atto versato (Edizioni Il Cuscino di Stelle). Obiettivo primario: sostenere una cultura consapevole, socialmente impegnata.
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Questa rubrica nasce sotto una buona stella o così mi piace pensare; si propone, con determinazione, di avvicinare il lettore a un genere letterario incompreso quanto testardo: la poesia.
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