Mentre il secondo film di Mauro Russo Rouge “Aberrante” continua il suo tour approdando, dopo nemmeno tre mesi di vita, a sette festival internazionali (Chichester, Alexandria d’Egypt, Ostrava, Mar Del Plata, Brisbane, Pune e North Hollywood), segnaliamo il terzo lavoro del regista, Ira. Si tratta di un drammatico di 83 minuti, girato a Torino e in prima cintura, interpretato da Samuele Maritan e Silvia Cuccu, e prodotto da ACSD ArtInMovimento e da AC SystemOut.
“Nonostante sia molto soddisfatto per quello che sta succedendo intorno ad “Aberrante”, adesso sono molto concentrato sul mio terzo film “Ira” che sta subendo il consueto processo di montaggio del suono in studio ad opera del sound designer Paolo Armao. Il film sarà pronto a dicembre 2017.
“Ira” ruota attorno a due personaggi afasici. Si muovono entrambi all’interno di una città industriale fatta di location fatiscenti, degradate. S’incontrano. Nasce qualcosa. Ma bisogna fare i conti con alcuni impedimenti, sempre presenti all’interno delle mie storie e dei miei film. Gli impedimenti provocano reazioni ineluttabili.
Non parlo mai tantissimo dei miei film, ma “IRA” ha rappresentato un giro di boa, un nuovo modo di lavorare, soprattutto con gli attori. Del tutto diverso dal rapporto collaborativo che c’è stato con gli interpreti nei miei primi due film, in “Ira” ho evitato che i due protagonisti avessero troppa libertà di esprimersi per quello che realmente sentivano. Dovevano in qualche modo esprimere quello che io sentivo in quel preciso istante. Quasi tutti i gesti che compiono, dal più semplice ad azioni più specifiche e complesse, sono dettati da una mia precisa e maniacale volontà. Punto di partenza, le sensazioni. Sensazioni che i due protagonisti mi davano mentre li osservavo e registravo. Ero quasi sempre in REC. Mai un ciak. Quando i miei suggerimenti esitavano, i personaggi restavano in attesa. Come sospesi. Questa sospensione l’ho filmata e utilizzata in fase di montaggio.
Era mia precisa intenzione girare un film in cui io stesso pedinavo i personaggi - da qui la scelta di fare anche da operatore video - ed io stesso impartivo loro istruzioni in tempo reale. Proprio a causa di questa intenzione, non è mai esistita una sceneggiatura di “Ira”. I pochissimi dialoghi presenti nel film sono nati sul set all’occorrenza.
Girare in questo modo implica quasi inevitabilmente che sia tu stesso a fare il montaggio, un processo creativo fondamentale. Così è stato. Tantissime ore di girato che mi hanno permesso in post di “decidere” la regia”, spiega Mauro Russo Rouge.