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Al Direttore | 18 settembre 2020, 14:34

Sanità nel Pinerolese: «I sindaci continuino a farsi portavoce delle richieste della popolazione»

La posizione del circolo locale di Sinistra italiana sul dibattito delle ultime settimane

Sanità nel Pinerolese: «I sindaci continuino a farsi portavoce delle richieste della popolazione»

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione del circolo del Pinerolese di Sinistra Italiana, che segue la polemica tra sindaci sulla sanità territoriale.

 

Abbiamo seguito con interesse gli interventi di  vari sindaci in merito alla situazione dell’ASL TO3 e a quella in particolare dell’ospedale di Pinerolo. Su questo tema e sui commenti riportati sulla stampa locale riteniamo utile fare alcune osservazioni:

 

•    L’azione della politica e dei primi cittadini nell’ambito sanitario non è solo questione di soft power: costruire reti e lavorare sul territorio richiede anche l’adozione di strategie di questo tipo, ma sappiamo bene che di competenza squisitamente politica sono una gran parte delle decisioni che definiscono le modalità di gestione della sanità regionale, dalla allocazione del budget alla nomina dei direttori generali. E anche a chi gestisce la politica in periferia, come i sindaci, è riservato un ruolo istituzionale in più organi dell’ASL, come si evince dall’atto aziendale della TO3 in cui vengono descritte la Conferenza dei sindaci, la Rappresentanza dei Sindaci, i Comitati di distretto. È quindi un preciso dovere dei primi cittadini essere parte attiva nel dibattito sulla ripartizione delle risorse dell’ASL, e ci rallegriamo che ciò stia avvenendo.

•    In questi anni le scelte sanitarie sono purtroppo state effettuate avendo come faro la riduzione dei

costi, anziché il miglioramento della salute della popolazione. Questo ha portato – tra l’altro – ad un drastico ridimensionamento del personale sanitario che ha raggiunto livelli che in alcuni settori non consentono più un’attività adeguata. L’ospedale di Pinerolo non si è sottratto a queste logiche e sono sotto gli occhi di tutti le carenze (peraltro denunciate in più sedi in questi anni) che vi sono in alcuni reparti con le conseguenti ricadute sulle prestazioni.

•    Dall’atto aziendale della TO3 emerge chiara l’indicazione ad interagire con l’ospedale S. Luigi di

Orbassano, fisicamente situato all’interno del territorio dell’ASL, anche se da essa indipendente. Chi lavora a Collegno può ben suggerire ed immaginare che quello sia il naturale riferimento di tutta la popolazione dell’ASL TO3, ma volutamente finge di ignorare che altre strutture ospedaliere

importanti sono presenti immediatamente al di fuori dei confini dell’ASL e sono per consuetudine o per migliori collegamenti viari i riferimenti naturali e storici della popolazione del pinerolese: per l’urologia e l’ortopedia si va a Savigliano, per l’oncologia a Candiolo. La stessa Torino, con le molte eccellenze ospedaliere, è più comoda da raggiungere del S. Luigi, che pure è più vicino in linea d’aria. Mobilità passiva per l’azienda, mobilità attiva per chi deve cercare fuori Pinerolo le cure che qui scarseggiano.

•    Sta capitando in alcune aziende che i bandi per personale medico in alcune discipline abbiano meno candidati dei posti messi a bando. Capiterà sempre più spesso nel prossimo futuro, in attesa che la programmazione sanitaria per la formazione specialistica venga ricalibrata. Ma ci sono aziende meno attrattive di altre. Perché un radiologo dovrebbe voler venire a lavorare a Pinerolo quando non gli è consentito effettuare risonanze magnetiche, appaltate in service ad una ditta esterna? Perché dovrebbe rinunciare a quella che viene considerata uno dei settori più interessanti della sua specialità per limitarsi a fare radiologia tradizionale e turni notturni e festivi? E perché un ortopedico dovrebbe restare a Pinerolo, se non ha la possibilità di operare per mancanza di sale operatorie? E se non si opera perché mancano gli anestesisti, perché Pinerolo ha 16 anestesisti e

 

Savigliano ne ha 28? Perché a Savigliano ci sono 9 urologi e a Pinerolo – che ha un bacino di utenza maggiore – solo 3 con 2 che si alternano da Rivoli? Non stupisce che i direttori di strutture complesse che ne hanno la possibilità optino per Rivoli, come sede di lavoro.

•    In nome del risparmio per alcune discipline l’azienda ha scelto di istituire direzioni uniche che coprano i reparti sia a Rivoli che a Pinerolo, in pratica due direttori al prezzo di uno: parliamo di Oncologia, Urologia, Nefrologia ma anche la Neuropsichiatria infantile.  Vuol dire che ognuno di questi servizi ha un direttore che – se va bene – è presente per metà del tempo, e se va male si vede una volta alla settimana. Vuol dire utilizzare parte del tempo lavorativo per guidare avanti e indietro, non essere partecipi della quotidianità del lavoro dei servizi che si è stati chiamati a dirigere, non potersi confrontare regolarmente con i propri responsabili. Noi pensiamo che ogni presidio ospedaliero debba avere al proprio interno i responsabili delle strutture che lo compongono. Se si ritiene che un servizio non presenti una complessità tale da essere considerato una struttura complessa, lo si faccia dipendere gerarchicamente da una struttura complessa sita però nello stesso presidio ospedaliero. Ci sono studi che hanno dimostrato l’importanza della disposizione delle scrivanie all’interno di una stanza nel migliorare la produttività e la collaborazione, e ci troviamo con una realtà in cui si pensa di far lavorare a 40 km di distanza chi dirige un servizio e chi vi lavora.

•    Immaginare una sanità al servizio della popolazione vuol dire prendere in considerazione anche i costi che la popolazione deve affrontare per usufruire dei servizi offerti. Non è indifferente dover affrontare uno spostamento di decine di chilometri per effettuare un esame o per poter stare accanto al familiare ammalato che trascorre nell’unico Hospice dell’ASL gli ultimi giorni della sua vita. C’è chi stima che solo il 5% delle prestazioni ecografiche erogate agli abitanti dell’ASL TO3 venga fatta dal servizio pubblico; può essere una stima severa, ma evidenzia la grande quantità di esami che si sceglie di effettuare privatamente perché comunque alla fine più convenienti dell’impegno richiesto per andare ad effettuarli a distanza.

 

 

Per questi e altri motivi condividiamo la preoccupazione per il progressivo depauperamento della sanità pubblica che si è verificato in Italia in generale e nel territorio del Pinerolese in particolare, e ci associamo alla richiesta di rivedere l’attuale modello organizzativo e di distribuzione dei servizi all’interno dell’ASL TO3. Il nostro paese si troverà a poter disporre nei prossimi mesi e anni di ingenti risorse economiche: investire in campo sanitario deve essere una priorità, ma questi investimenti devono avere come obiettivo la salute della popolazione e non il conseguimento di risultati economici. Chiediamo ai sindaci di continuare a farsi portatori delle richieste della popolazione da loro rappresentata ed all’azienda sanitaria maggiore attenzione e capacità di ascolto sia nei confronti degli utenti che degli operatori della sanità.

Sinistra italiana pinerolese

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