Le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti, ma nel mondo dei "piccoli", all'interno del tessuto imprenditoriale torinese, c'è ancora spazio per la speranza e per l'ottimismo. Anche se si tratta di sentimenti contrastati.
Lo conferma l'ultima indagine condotta da Api Torino, che tramite il suo ufficio studi ha aggiornato le previsioni per il 2021.
Cresce la fiducia delle pmi torinesi
L’indicatore di sintesi che segna un miglioramento è il livello di fiducia: il nuovo saldo tra ottimisti e pessimisti è pari a +5.4%, in lieve miglioramento rispetto alle prime stime registrate a dicembre 2020 (+1%). Molto diversificata, tuttavia, è la situazione tra le micro imprese e le piccole-medie imprese, così come tra quelle che esportano e quelle che rimangono all’interno dei confini nazionali.
“Siamo in una situazione delicata – dice il presidente di Api Torino, Corrado Alberto -. Non è il momento di abbassare la guardia, i timidi segnali positivi non devono far pensare che l’emergenza sia stata superata. Abbiamo problemi rispetto al reperimento delle materie prime in molti comparti. E’ preoccupante poi che per il prossimo trimestre sia atteso un aumento della cassa integrazione che potrebbe interessare quasi il 40% delle imprese. Ciò di cui c’è bisogno è uscire prima possibile dalla pandemia, è necessario quindi accelerare sulle vaccinazioni senza farci frenare dalla burocrazia: per questo noi abbiamo messo a disposizione le nostre imprese per costituire hub vaccinali”.
Resta alto il ricorso alla cassa integrazione
Tra gli aspetti che meno lasciano tranquilli c'è il ricorso agli ammortizzatori sociali. Ad oggi il 28,5% delle imprese utilizza la Cig e per i prossimi 3 mesi (Aprile-Giugno 2021) è previsto un ricorso più diffuso che arriva fino al 38,5%. In leggero miglioramento i nuovi investimenti. Il 61,5% degli imprenditori torinesi ha effettuato o prevede di effettuare nuovi investimenti nel corso del primo Semestre 2021, in miglioramento di 8,1 punti percentuali rispetto a dicembre (53,4%). Inoltre, nel 28,5% dei casi si tratta di investimenti economicamente rilevanti.
“Dopo il rimbalzo dei principali indicatori congiunturali (ordini e fatturato) registrato nel secondo Semestre 2020, le previsioni di aggiornamento sul primo Semestre 2021 complessivamente consolidano l’idea secondo cui il picco negativo scaturito dalla pandemia possa ritenersi superato - aggiunge il responsabile dell’Ufficio Studi che ha realizzato l’indagine, Fabio Schena -. Rispetto alle stime di dicembre 2020 non si intravedono, a livello generale, scostamenti significativi: ordini e fatturato segnano saldi previsionali pressoché identici a quanto previsto 3 mesi fa (saldo Ordini: +0.0%; saldo Fatturato: -4,7%). Solo il comparto manifatturiero appare in recupero (saldo produzione: +7.5% rispetto al -2,9% di dicembre 2020), ma è proprio su di esso che si temono le ripercussioni più immediate dal rincaro e dallo scarso reperimento delle materie prime”.
Il Covid, tuttavia, continua a pesare sui conti delle piccole e medie imprese torinesi. Nel corso del 2020 la maggior parte delle pmi (63,1%) ha subìto contrazioni in termini di fatturato rispetto al 2019. Il quadro a consuntivo registra: una diminuzione, in media, del -24,7% del fatturato 2020 sul 2019 e una diminuzione pari o superiore al 30% per il 32,9% delle imprese. Rispetto alle previsioni di impatto del Covid-19 sul primo semestre 2021, invece, il 50% delle imprese stima che il fatturato subirà una contrazione pari al -17,3% rispetto al 2019. In particolare, per il 35,4% il Covid-19 continuerà ad impattatare sul fatturato aziendale.