Giustizia, Liberalità, Magnanimità e Abbondanza. Sono le quattro statue che oggi hanno “preso il volo” da Palazzo Madama per atterrare in piazza Castello dove potranno essere ammirate dal pubblico da dietro un vetrina di sicurezza per il tempo del restauro.
Realizzate da Giovanni Baratta in marmo di Brossasco, sono alte più di 4 metri, pesano oltre 3 tonnellate ciascuna e decorano la balaustra del corpo centrale di Palazzo Madama.
Furono sbozzate nel laboratorio dello scultore a Carrara, poi trasportate in pezzi separati via nave fino a Savona e, infine, condotte su carri trainati da buoi e muli a Torino, dove furono montate in opera e portate a compimento.
Raffigurano ermetiche allegorie del “Buon Governo” e dopo un innovativo intervento di taglio delle basi unico nel suo genere, sono state lentamente calate in modo spettacolare con un eccezionale sistema di gru dall’altezza di 27 metri in piazza Castello, dove saranno appunto restaurate “live” in uno speciale padiglione trasparente visitabile dal pubblico.
Il vento e la resistente attaccatura in ferro hanno reso difficile la parte di taglio della base, tanto che lo scenografico volo delle statue è stato posticipato di tre ore rispetto al previsto.
Lo stato conservativo delle statue è oggi piuttosto compromesso. Quella con maggiore degrado, anche strutturale, è la statua della Giustizia (la prima verso nord). L’opera fu già smontata e calata a terra una prima volta tra il 1846 e il 1847, in occasione dei lavori di consolidamento delle fondamenta del palazzo, diretti dall’architetto Ernesto Melano e realizzati per l’insediamento nell’edifico del Senato Subalpino.
L'aggressione degli agenti atmosferici, i danni bellici, gli antichi restauri incongrui, l’ossidazione dei perni in metallo che trattengono i singoli blocchi lapidei e i rifacimenti ottocenteschi in marmi diversi hanno causato un degrado diffuso e problematiche di conservazione evidenti anche nella tecnica costruttiva utilizzata dallo scultore settecentesco.
Per non compromettere l’equilibrio statico dell’architettura marmorea, al posto delle statue rimosse verranno collocate sulla balaustra delle zavorre in calcestruzzo armato di peso equivalente alle statue, zavorre a cui saranno vincolate le ultime strutture del ponteggio superiore e della soprastante copertura provvisoria.