L’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle cronicità e la trasformazione del bisogno di cura stanno già ridisegnando la mappa della sanità piemontese. Eppure, mentre le sfide si moltiplicano, la risposta organizzativa continua a poggiare su modelli ospedalocentrici e su organici infermieristici sempre più ridotti e logorati.
È questo, secondo Claudio Delli Carri, segretario regionale del sindacato degli infermieri Nursing Up Piemonte Valle d’Aosta, il vero nodo da affrontare nella redazione del Piano Socio Sanitario Regionale 2025–2030. "Non possiamo più permetterci di ignorare l’evidenza: la nostra sanità sta invecchiando, così come la sua forza lavoro. Il problema non è solo quanti infermieri mancano, ma come e dove li collochiamo. Se non ripensiamo il territorio, il sistema non reggerà".
Secondo Nursing Up, la carenza di personale va letta alla luce di un trend demografico inequivocabile. "Oggi – sottolinea Delli Carri – ci troviamo con una popolazione infermieristica dove gli under 30 rappresentano appena il 12%, e una fetta sempre più ampia si colloca nella fascia 51–60 anni. Il rischio non è più solo la fuga dei giovani, ma l’assenza stessa di un ricambio generazionale strutturato".
A questo si aggiunge un altro fattore: la crescita esponenziale dei pazienti cronici e fragili, che chiedono cure continue, personalizzate, di prossimità. "Per rispondere a queste esigenze non basta aprire Case della Salute o annunciare nuovi modelli organizzativi. Servono professionisti sul campo: infermieri di famiglia, di comunità, domiciliari. Figure centrali che oggi mancano, o sono lasciate in una posizione di marginalità operativa e gestionale".
Il sindacato denuncia anche l’aumento di compiti impropri affidati agli infermieri, che ne snaturano il ruolo professionale. "In molti casi – osserva Delli Carri – gli infermieri sono chiamati a coprire funzioni altrui, perché mancano altre figure. Ma così si allontanano dal cuore della professione: la cura. E si alimenta un circolo vizioso che rende la professione sempre meno attrattiva".
Per Nursing Up, il Piano 2025–2030 dovrà rompere questo schema e partire da una consapevolezza concreta: oggi la priorità non è solo reclutare infermieri, ma renderli protagonisti del sistema. "Valorizzare la professione non è più una scelta, ma una necessità – conclude Delli Carri –. Significa costruire percorsi di carriera reali, riconoscere l’autonomia clinica, potenziare la formazione, garantire benessere organizzativo. Se vogliamo affrontare il futuro, dobbiamo ripartire da qui. Dalla dignità del lavoro e dalla centralità del territorio".