Cronaca | 15 luglio 2025, 19:47

"Non è caldo, è crisi climatica": attivisti di Extinction Rebellion calano striscione dal ponte della Gran Madre

Un’azione per denunciare la cecità della politica di fronte ai cambiamenti atmosferici

"Non è caldo, è crisi climatica": nuova protesta di Extinction Rebellion

"Non è caldo, è crisi climatica": nuova protesta di Extinction Rebellion

Nuova protesta organizzata dagli attivisti di Extinction Rebellion. Nel pomeriggio di oggi, martedì 15 luglio, due persone, munite di corde ed imbraghi, si sono calate dal ponte Vittorio Emanuele I a Torino, e vi hanno esposto uno striscione riportante “38°C a giugno: non è caldo è crisi climatica”. Nel frattempo, altre distribuivano volantini a forma di ventagli lungo i Murazzi lì accanto, diventati ormai il simbolo del torrido inizio di quest’estate.

"Basta negare l'emergenza climatica"

 “Mentre per settimane non abbiamo fatto che parlare di caldo, il Governo, per bocca del ministro Schillaci, negava la gravità della situazione. E senza un’informazione corretta, l’emergenza caldo diventa emergenza democratica.” spiega Elsa, una delle persone sul posto. “I ventagli sono per alcune persone l’unica difesa contro questo caldo estremo, perché non tutti possono permettersi il condizionatore o di andare a rinfrescarsi nella seconda casa. Per contrastare l’emergenza climatica servono misure collettive e sistemiche”.

L’ondata di calore che ha attanagliato l’Italia e l’Europa nelle scorse settimane ha registrato nuovi tristi record, legati all’eccezionalità di essere arrivata ad estate appena iniziata. Mentre a Torino si registravano temperature di 3°C sopra la media dell’ultimo trentennio e molte notti consecutive non scendevano sotto i 23 gradi, le così dette notti tropicali , lo zero termico superava per la prima volta la quota dei 5000 metri a giugno, lasciando l’intero arco alpino in balia della fusione dei ghiacci. Eventi resi più probabili e frequenti dalla crisi climatica, e più mortali: uno studio pubblicato negli scorsi giorni stima che il riscaldamento globale abbiano causato oltre due terzi dei 2.300 morti in Europa per questa ondata di calore, con Milano la città più colpita. 

Nel mirino il ministro Orazio Schillaci

Nonostante queste evidenze, il ministro della Salute, Orazio Schillaci ha dichiarato : “Dai dati che abbiamo, che sono per il momento parziali, rispetto agli anni precedenti non stiamo notando un’aumentata mortalità”. Il caldo soffocante ha portato a disagi ulteriori per la popolazione. Dai continui black out a Torino , causati dal surriscaldamento della rete elettrica e dall’aumento della richiesta di energia per l’utilizzo dei condizionatori, che hanno portato a ingenti perdite economiche. Fino all’esondazione del Rio Fejus che, gonfiato dalle intense piogge alimentate dalle temperature estreme , ha riempito Bardonecchia di fango e reso le strade inagibili, causando un morto.

 “Le misure emergenziali non bastano, non possiamo accettare di vivere in costante crisi, dobbiamo pretendere dalla nostra classe politica che vengano messe in atto tutte le misure necessarie per mitigare e fermare la crisi. Esiste la scelta di non arrendersi” dichiara Alessandro di Extinction Rebellion “Mentre il Governo destina 31 miliardi alle spese militari e solo mezzo miliardo al contrasto ai cambiamenti climatici, la Regione segue a ruota con queste priorità. Di quale sicurezza stiamo parlando?”.

comunicato stampa

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