S. Paolo / Cit Turin | 30 luglio 2025, 07:02

La Spiga d’Oro chiude dopo 71 anni: addio a un pezzo di storia torinese

Domenica 27 luglio l’ultima cena: il locale simbolo del quartiere chiude i battenti

Domenica 27 luglio è calato il sipario su una delle istituzioni più autentiche della ristorazione torinese: la “Spiga d’Oro”, ristorante-pizzeria di via Cesana 73, ha servito la sua ultima pizza al tegamino e l’ultima porzione di farinata, salutando clienti affezionati e curiosi dell’ultimo minuto con la semplicità che lo ha sempre contraddistinto. Aperto nel lontano 1954, il locale era uno degli ultimi avamposti della Torino di una volta, quella delle piole genuine, dei piatti casalinghi e dei conti scritti a penna sul menù cartaceo.

Un addio con tanta nostalgia

Nessuna grande festa di chiusura, solo l’annuncio discreto passato di voce in voce tra i clienti abituali. E poi la conferma, per via di quelle serrande abbassate. Eppure, domenica sera, il quartiere San Paolo si è stretto idealmente attorno ai gestori storici, che per decenni hanno portato avanti un’idea di cucina autentica e accessibile a tutti. Prezzi bassi (una rarità al giorno d'oggi) e piatti pieni di gusto: un luogo dove si poteva ancora pranzare o cenare in un'atmosfera totalmente informale.

Un luogo fuori dal tempo

“La Spiga d’Oro” era un posto dove il tempo sembrava essersi fermato. Con il suo arredamento vintage e un po’ spartano, le sedie nere, le tovaglie  a quadrettoni e il bancone d’altri tempi, rappresentava quella piola piemontese che resisteva, ostinatamente, in mezzo a un tessuto urbano sempre più gentrificato.

Il menù? Rigorosamente stampato su carta, senza QR code, senza fronzoli. Con le specialità della casa: la pizza “al tegamino”, alta e soffice, condita come si faceva una volta, e la pizza “alla brace”, più rustica, cotta in teglia di ferro. Immancabile la farinata, servita appena sfornata, con crosticina croccante e cuore morbido. Oltre a un buon vino e a titolari che sapevano come farti sentire a casa

Un pezzo di storia che se ne va

Per molti abitanti del quartiere, la Spiga d’Oro non era solo un ristorante, ma una certezza, un punto di riferimento. Alcuni clienti la frequentavano da bambini e ci sono tornati da adulti con i propri figli. “È come se avessero chiuso casa”, racconta commosso un anziano avventore. Tra i clienti di fiducia l'assessore al Welfare del Comune di Torino, Jacopo Rosatelli. Molto dispiaciuto per la dipartita.

Anche il personale era parte della famiglia. Sempre gli stessi volti dietro al bancone e in sala, capaci di riconoscere i clienti abituali e di consigliare “il primo del giorno” senza dover guardare la comanda. Adesso via Cesana 73 resta con le serrande abbassate e un vuoto difficile da colmare. In giro, tuttavia, si mormora che il locale riaprirà con un nuovo gestore. A questo punto, non resta che aspettare.

Philippe Versienti

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