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Economia e lavoro | 02 dicembre 2025, 11:17

Chiusa la filiale Postalcoop di Grugliasco, da oltre 3 mesi senza soldi: "Fateci tornare a lavorare" [FOTO e VIDEO]

Lavoratrici e lavoratori a casa, senza un impiego, da un giorno all’altro. È questa la storia di 36 dipendenti della Postalcoop di Grugliasco che, a seguito dell’operazione “Epicentro”, dal 19 settembre sono senza occupazione

Protesta dei lavoratori Postalcoop

Protesta dei lavoratori Postalcoop

Lavoratrici e lavoratori a casa, senza un impiego, da un giorno all’altro. È questa la storia di 36 dipendenti della Postalcoop di Grugliasco che, a seguito dell’operazione “Epicentro”, dal 19 settembre sono senza occupazione.

Da 3 mesi e mezzo senza soldi

Da tre mesi e mezzo senza stipendio, ma anche senza cassa integrazione perché a causa di alcuni intoppi burocratici non è ancora stato possibile attivare gli ammortizzatori sociali. L’amministrazione giudiziaria ha sospeso l’attività e portato i libri in tribunale per la liquidazione della società.

Per tutelare questi lavoratori e queste lavoratrici, il sindacato ha richiesto la rivendicazione del rapporto di lavoro al committente, ovvero Nexive Network Gruppo Poste Italiane, ma a distanza di oltre 10 giorni nessuna risposta è arrivata. 

Flash mob

E questa mattina i dipendenti hanno voluto fare sentire la loro voce organizzando un flash mob di fronte alla sede regionale di Poste Italiane, in via Alfieri 10. Dopo aver formato una catena umana, hanno scaricato simbolicamente dei pacchi sulla scalinata.

"L'unica cosa di cui si è preoccupata Poste, - spiega Roberto - è fare distribuire i tremila pacchi in giacenza presso la sede chiusa a Grugliasco: noi chiediamo di essere reintegrati dall'azienda". "Da tre mesi e mezzo - aggiunge - ci sono 36 famiglie senza soldi, ognuno con le proprie problematiche: chi ha figli, chi è l'unico a lavorare". 

"Vogliamo tornare a lavorare"

"Per quanto riguarda la cassa - prosegue il lavoratore - ogni istituzione scarica la responsabilità su altri: tra un po' è Natale anche per noi. Comunque gli ammortizzatori sociali ci interessano fino ad un certo punto: noi vogliamo tornare a lavorare. Eravamo la filiale più efficiente del Piemonte", conclude.

Cinzia Gatti

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