/ Sanità

In Breve

Sanità | 30 dicembre 2025, 11:27

Dipendenze in aumento tra i giovani, Canalis (Pd): "Persa un'occasione per riprogrammare i servizi"

La denuncia della consigliera dem: “Tagli, accorpamenti e nessuna visione nel nuovo Piano Socio Sanitario”

La consigliera regionale, Monica Canalis

La consigliera regionale, Monica Canalis

Zero visione sul tema dipendenze nel nuovo Piano Socio Sanitario. E' il pensiero della consigliera regionale del Partito Democratico, Monica Canalis. Il documento appena approvato dalla Regione Piemonte dedica alle dipendenze “solo due paginette, senza visione e con tagli alle risorse”, mancando l’opportunità di riprogrammare in modo serio i servizi alla luce dei profondi cambiamenti in atto.

"Il Piano Socio Sanitario era lo strumento ideale per fotografare l’evoluzione del fenomeno delle dipendenze - spiega Canalis -, e invece la maggioranza di centrodestra ha scelto di schiacciare i servizi per le dipendenze dentro quelli della salute mentale, respingendo ogni proposta di rilancio degli investimenti".

Eppure i dati parlano chiaro. Lo studio dell’Università Bocconi, che ha fatto da base al Piano, evidenzia un aumento del consumo di sostanze psicoattive tra i giovani e l’emergere di nuove forme di dipendenza. In Piemonte, tra il 2021 e il 2023, si registra una riduzione dei casi legati a eroina e oppiacei (-4%), ma crescono in modo significativo altre dipendenze: +40% i giocatori d’azzardo, +90% i tabagisti, +17,4% i consumatori di cocaina o crack, +8,8% quelli legati ai cannabinoidi. Rimane stabile l’alcolismo (+1,6%).

Nel 2019 i pazienti presi in carico dai Ser.D piemontesi erano 21.745: circa 13.000 con dipendenze da droga, 6.436 da alcol, 1.054 da gioco d’azzardo patologico, meno di 1.000 da tabagismo e alcune decine da disturbi alimentari. Le dipendenze da oppiacei rappresentavano ancora il 37,6% dei casi, seguite da alcol (31,5%), cocaina o crack (11%) e cannabis (8,1%). Già nel 2021, però, aumentavano sensibilmente le dipendenze comportamentali (+48,1%) e quelle da cocaina o crack (+10,3%).

Un quadro confermato anche dall’audizione del Ceapi, il Coordinamento degli enti accreditati del Piemonte che operano nel settore: tra i giovani, i consumi più frequenti riguardano oggi psicofarmaci, alcol e crack.

Nonostante questo scenario, il Piemonte continua a scontare un ritardo strutturale. La Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze 2024 segnala che la Regione dispone di molti meno servizi ambulatoriali e di primo livello rispetto a Toscana, Emilia-Romagna e Veneto, mentre è allineata solo sul fronte delle strutture residenziali e semiresidenziali.

"La risposta della Giunta Cirio - denuncia Canalis -, sembra essere l’inglobamento dei Ser.D nei Dipartimenti di salute mentale, con la fusione di budget e personale». Un’operazione avviata in alcune ASL dal 2021, che secondo la consigliera non ha basi scientifiche: l’overlap tra dipendenze patologiche e disturbi psichiatrici riguarda solo il 6,6% dei casi. «Le dipendenze e la salute mentale sono ambiti clinici distinti – ricorda – e già alla fine degli anni Settanta il Piemonte vietò il ricovero dei tossicodipendenti in psichiatria per evitare il riduzionismo psichiatrico".

Nel frattempo, in tre anni, la Regione avrebbe tagliato circa 9 milioni di euro ai servizi per le dipendenze. "La pandemia ci ha insegnato l’importanza di servizi sanitari specialistici di prossimità - aggiunge Canalis -, ma in Piemonte stiamo andando nella direzione opposta, mascherando i tagli con parole come “integrazione” e “sinergia”.

Nel suo emendamento, bocciato dalla maggioranza, la consigliera proponeva di garantire autonomia tecnico-gestionale ai Dipartimenti per le Patologie da Dipendenza, con personale specializzato, un budget regionale autonomo e vincolato, e una responsabilità di spesa dedicata. Tra le proposte anche una collaborazione strutturata con i servizi sociali, infettivologici e psichiatrici, un’organizzazione trasversale tra Asl per far fronte alla carenza di personale, una normativa regionale per le comunità residenziali non riabilitative, il rafforzamento della domiciliarità assistita, l’istituzione di una Rete alcologica regionale e il potenziamento dei progetti di prevenzione, soprattutto nelle scuole superiori. Centrale anche l’aumento dei punti di intercettazione e accoglienza per minori e giovani.

"In una Regione che invecchia e in cui le dipendenze crescono proprio tra i giovani - conclude Canalis -, la Giunta avrebbe dovuto dedicare molta più attenzione a questo tema. La spending review non si fa su ambiti così cruciali".

Redazione

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium