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Economia e lavoro | 15 ottobre 2018, 11:57

Il mondo che ruota intorno all'auto gira più veloce, ma nel 2018 potrebbe rallentare

Il 2017 ha segnato un momento di particolare ripresa, anche grazie a FCA, ma le difficoltà di questi mesi potrebbero pesare. Senza contare l'effetto "decarbonizzazione" voluto dall'Europa. Ilotte: "Il territorio stia al fianco di Fca per ripartire e restare competitivi"

Il mondo che ruota intorno all'auto gira più veloce, ma nel 2018 potrebbe rallentare

Un 2017 di corsa, un 2018 in relativa frenata. Ma per capire esattamente come sta il mondo della componentistica auto torinese e piemontese, più che isolare i singoli momenti è bene fare una somma dei due. Perché l'anno che abbiamo alle spalle è stato forse al di sopra della media e le attuali dinamiche di mercato impongono cautela nei giudizi.

I numeri del 2017 dicono che sono cresciuti sia il fatturato (18,4 miliardi con una crescita del 6,5%) che in addetti (58.570 con una crescita dell'1,5) per le 762 imprese nostrane.

"Dati positivi in tutti i settori, così come in Italia - dice Vincenzo Ilotte, presidente della Camera di commercio di Torino, dopo aver proposto un minuto di silenzio in memoria di Sergio Marchionne - e sono numero fantastici, da portare a casa con soddisfazione. Il Piemonte pesa per il 45% del Pil legato all'auto, alla luce del 35% del numero di imprese".

Cresce la dipendenza da FCA, grazie anche a una produzione che nel 2017 era stata notevole, anche se l'export pesa ancora per l'80% in Piemonte. E non puntando soprattutto sulla Germania, come fa il resto del settore in Italia. E anche per la Francia vale lo stesso discorso. "Elementi su cui riflettere, per orientare i nostri prodotti", commenta Ilotte.

Ma dopo un 2017 a tutta velocità, il 2018 sta mostrando qualche segnale che invita a maggiore prudenza. Lo dicono le esportazioni, ma anche l'andamento produttivo della stessa FCA, che negli ultimi trimestri ha avuto solo a Melfi un segno "più".

Un'altra incognita è legata ai nuovi traguardi sulla decarbonizzazione posti dall'Europa. "Ambiziosi prima, ma in fondo sostenibili se vincolati al 2030 - commenta Giuseppe Barile, presidente gruppo componenti di Anfia -, mentre con i recenti rafforzamenti dei vincoli e in tempi più ristretti potremmo rischiare un effetto boomerang, che impatterà su costruttori e filiera, ma anche sull'occupazione e sui costi per i consumatori".

E sempre sul mondo Fca, proprio Ilotte ha ribadito come il territorio debba farsi trovare pronto, al fianco della storica casa automobilistica: "Dobbiamo stare vicini e offrire disponibilità per mantenere la competitività e rilanciare Torino e provincia". "Forse - ha aggiunto - un nuovo ad che non è italiano avrà qualche difficoltà in più a capire il nostro Paese, ma è un bene che a capo dell'Emea ci sia una persona originaria di qui. Noi siamo pronti a ripartire per una nuova primavera dell'automotive". 

Massimiliano Sciullo

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