Politica | 22 agosto 2025, 16:42

Sempre più single, stranieri e studenti fuori sede: i mercati di Torino vanno ripensati

Col nuovo piano regolatore la città vuole restare quella “dei 15 minuti”. La distanza dai servizi di prossimità. Ben sapendo che le abitudini e i consumi si stanno modificando

Sempre più single, stranieri e studenti fuori sede: i mercati di Torino vanno ripensati

La città dei 15 minuti. Il tempo massimo necessario per raggiungere tutti i servizi di prossimità e poterne usufruire. È la visione di una Torino che, per sua natura, è una piccola metropoli a misura di uomo. E tale vuole rimanere. Quel quarto d’ora che vuole essere pilastro portante del nuovo piano regolatore che guarda a una città che si sta modificando sempre più in fretta. 

Crescono i single

Una popolazione che sta invecchiando repentinamente, con nuclei famigliari che hanno cambiato la loro composizione. Crescono i single di ogni età. Cambiano le abitudini di consumo.

E i mercati cittadini sono il termometro che misura questo cambiamento demografico e sociologico. Ed è per questo che si ragiona su come ripensare i mercati, ma anche altri servizi, che possano funzionare da qui ai prossimi dieci o quindici anni.

Lo Russo: “Piano regolatore occasione di riflessione”

“Un ragionamento che la città, attraverso l’assessorato al commercio, sta affrontando - commenta il sindaco Stefano Lo Russo, oggi in visita al Caat e al mercato di corso Spezia e Piazza Madama - è necessario innovare e sperimentare modalità diverse. Le operazioni di revisione dei mercati sono in corso. Occorre attuare politiche che servano a garantire i servizi di prossimità, andando incontro agli operatori dei mercati: grossisti, dettaglianti e ambulanti.”

"Il nuovo piano regolatore - è il commento del primo cittadino - è un’occasione di riflessione collettiva.”
 

Un piano fatto in un’altra epoca

L’ultimo piano di Torino era basato su una popolazione che superava il milione di abitanti. Oggi sono poco più di 850 mila e la curva demografica (come altrove) è in calo. Il 16% dei cittadini ha origine extra comunitaria. Rispetto a decenni fa crescono gli studenti fuori sede che poi rimangono in città. 

Cambiano gli stili

Ognuno si porta dietro le sue abitudini e così anche i consumi cambiano. E chi vende merce si deve adeguare. A questo si aggiunge un cambio netto degli stili di vita. 

Sempre meno persone pranzano tutti i giorni a casa. Molti fanno la spesa per se stessi o per nuclei comunque molti ridotti. C’è chi ricerca i prodotti della propria terra, anche se vive in una città del nord ovest. 

E così anche i mercati, di ogni livello, si devono adeguare.  

Daniele Caponnetto

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Barbara Gabriella Renzi

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