Il nuovo piano di dimensionamento scolastico della Regione Piemonte, previsto per l’anno 2026/2027, accende lo scontro con i sindacati. La UIL Scuola Piemonte parla apertamente di “una razionalizzazione" che, più che migliorare l’offerta formativa, punta a ridurre i costi tagliando dirigenti e personale amministrativo.
Nel mirino finiscono accorpamenti tra scuole geograficamente lontane, smembramenti di istituti storici e maxi-plessi difficili da gestire. Secondo la Uil, il progetto comporterebbe, oltre all’accorpamento di scuole distanti tra loro e con identità differenti, alla creazione di istituti con un numero elevato di plessi, rendendo difficile la gestione quotidiana e la qualità dell’offerta formativa.
Tra le principali contestazioni, il timore che il dimensionamento risponda più a logiche di risparmio che a esigenze pedagogiche e organizzative. La UIL sottolinea come la decrescita demografica, invece di essere interpretata come un’opportunità per migliorare la didattica, venga usata per giustificare la riduzione del numero di dirigenti scolastici e direttori amministrativi, con un possibile impatto negativo sull’efficienza e sulla qualità della scuola pubblica.
Il piano regionale è ancora in fase di definizione, ma il dibattito tra istituzioni e parti sociali è già aperto.
















