Un anno d'oro, con tante luci e qualche ombra. Mentre la proclamazione della Capitale Italiana della Cultura 2028 slitta, la Città già inizia a preparare un nuovo grande evento: l'Expo 2030, per celebrare gli 800 anni di Moncalieri.
Sindaco Paolo Montagna, che anno è stato questo 2025 che sta andando in archivio?
"Moncalieri, sempre di più città degli eventi, ha avuto in Paratissima il suo fiore all'occhiello. 20 mila persone, 4 giorni dedicati alla cultura e all'arte, uno stress test superato positivamente dalla città, che ha saputo sfruttare la vicinanza di Torino come risorsa e non come difficoltà. Bisogna saper sfruttare la scia del capoluogo".
Paratissima ha voluto dire anche il recupero del Real Collegio Carlo Alberto.
"Il Real Collegio è una enorme risorsa di Moncalieri. Sfruttato anche per il Salone del Miele, per tutte le conferenza stampa e le presentazioni dei grandi eventi, ha riaperto le sue porte alla città ed acceso una nuova sfida: vogliamo guidare come Comune una cordata pubblica per fare in modo che questo bene sia messo ogni giorno e per tutto l'anno al servizio della comunità. Di Moncalieri e di tutta l'Italia, perché il Real Collegio è un pezzo di storia del nostro Paese. Ci stiamo lavorando, in collaborazione con i padri Barnabiti, perché l'obiettivo reciproco è restituire all'Italia intera un bene di grandissimo valore".
Moncalieri è in corsa per diventare capitale italiana della cultura 2028. Bisognerà però attendere il 20 gennaio per sapere se è tra le dieci città finaliste. Più fiducioso o preoccupato?
"Il differimento di venti giorni, quasi sotto Natale, lo definirei fisiologico. Ci teniamo tanto, ci abbiamo lavorato tantissimo, ma al netto di quello che potrà essere l'esito ormai Moncalieri ha preso una strada senza ritorno, quella di un'offerta turistica e culturale che diventa occasione di sviluppo per la città e i suoi residenti. E quindi siamo già pronti a lanciare una nuova sfida, quella che lascerò in eredità a chi guiderà la città dopo di me: Moncalieri Expo 2030, per festeggiare nel modo migliore gli 800 anni della nostra città. Sarà una staffetta, dalla candidatura a capitale della cultura all'Expo 2030: un percorso per raccontare la nostra storia, le nostre identità, le nostre bellezze, i nostri valori".
Per arrivare a questo risultato, come pure per l'appuntamento del 2028, diventa fondamentale fare squadra con Torino e con la Regione.
"Vero. Infatti voglio ringraziare il sindaco Stefano Lo Russo e il presidente Alberto Cirio perché hanno messo nero su bianco, non solo a parole, il loro sostegno a Moncalieri. I loro assessori ci sono stati accanto e ci hanno aiutato nella stesura del progetto. Così come voglio ringraziare i sindaci dell'area metropolitana, che ci hanno dato fin da subito il loro supporto: solo facendo rete, in situazioni di questo genere, si può ambiare ad arrivare al risultato, non si può pensare ci riuscirci da soli. E poi voglio spendere un grazie particolare".
Rivolto a chi?
"Antonella Parigi è stata la persona che ha fatto partire questa scommessa della Capitale della Cultura. E' da lei che si è originato tutto: ci ha fatto fare uno scatto in avanti nella percezione di una città moderna, entrata in un'altra dimensione, lasciando da parte certi retaggi del passato".
Questione Italdesign: cosa si sente di dire ad Ust il sindaco di Moncalieri?
"Una pubblica amministrazione non deve fare demagogia e non può decidere le politiche industriali di un'azienda. Quindi dico benvenuti ai vertici di Ust, ricordando loro che il più grande patrimonio di Italdesign erano e sono i suoi lavoratori. Devono essere valorizzati anche con la nuova proprietà, per cui ci aspettiamo che Italdesign continui ad essere parte integrante di questa comunità, come è sempre successo. Poi se, come mi risulta, l'ad Casu continuerà ad essere alla testa di questa operazione possiamo auspicare che ci sia quella continuità di cui l'azienda e Moncalieri hanno bisogno".
Il 2025, però, è stato per questa città anche una terribile vicenda di cronaca, con un 15enne violentato e seviziato da alcuni coetanei. Una storia di cui tutta Italia ha parlato.
"E' stato il caso più drammatico di tutto il 2025, che segnala una emergenza adolescenti non solo in questa città ma nell'intero Paese. E dire che qui i servizi e le offerte per i giovani sono all'avanguardia. Vuol dire che tutto questo non basta: la politica deve fare un ulteriore passo in avanti, andare a cercare questi giovani dove abitano, bisogna parlare la loro lingua là dove loro si trovano. Fare centri giovanili diffusi, portare le iniziative nelle piazze là dove loro stanno, rinnovando un patto scuola-famiglia che nel frattempo è saltato. Tuti devono concorrere per creare un futuro migliore per queste nuove generazioni, se si vogliono evitare certe derive".














