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Eventi | 24 agosto 2018, 15:57

Solidarietà per la nave Diciotti da Torino a Catania: domani presidio sotto la prefettura

La manifestazione è organizzata dal Laboratorio Culturale Autogestito Manituana. Appuntamento in piazza Castello alle 18

Foto d'archivio di un presidio al Manituana

Foto d'archivio di un presidio al Manituana

"Da cinque giorni la nave Diciotti e il suo carico di uomini e donne malati, stanchi e provati da un viaggio lunghissimo (il più breve è durato 14 mesi), sono ostaggi del governo italiano nel porto di Catania. Lì in tante e tanti sono già accorsi a dimostrare la loro solidarietà organizzando, a Torino abbiamo scelto di non essere da meno". Così il Laboratorio Culturale Autogestito Manituana lancia un appello di solidarietà rivolto all'intera città di Torino.

Per domani, alle ore 18, è stato infatti organizzato un presidio sotto la prefettura, in piazza Castello. Lo scopo è di ribadire che "le aggressioni e le uccisioni razziste, il silenzio sulle stragi di lavoratori schiavizzati nei campi, i morti in frontiera, la povertà e l'abbandono di intere comunità, la complicità con il fascismo vecchio e nuovo, sono contemporaneamente causa ed effetto dell'azione di questo governo".

E proseguono: "Siamo stanchi delle dichiarazioni di questi politici, ultimi in ordine di tempo a reggere un sistema di potere marcio il cui unico scopo è l'autoconservazione a qualunque costo. Non siamo disposti a barattare niente di quello che questo governo promette, una propagandata dietro l'altra, con la perdita della nostra umanità".

Queste quindi le richieste dei manifestanti: "Pretendiamo che tutte le persone trattenute a bordo di quella nave siano fatte scendere, che venga garantita loro l'assistenza e il supporto di cui hanno bisogno. Ma l'avevamo detto ed è giusto ripeterlo: pretendiamo che sia permesso loro di autodeterminarsi, di decidere dove andare e come, senza restrizioni alla libertà di movimento. Non vogliamo che quella dell'immigrazione diventi una mangiatoia per cooperative senza scrupoli e criminalità organizzata: aprire i porti, ancora una volta, non ha senso se non sono garantite la piena autodeterminazione e la piena libertà di movimento".

E concludono: "Delle possibili indagini giudiziare ci importa poco, del ministro Salvini ancora meno. L'opposizione all'esecutivo pentaleghista deve organizzarsi, deve essere a tutto campo, deve partire dagli atti di solidarietà dal basso e non risolversi (?) in sterili dibattiti parlamentari o nelle aule di tribunale".

L'invito alla partecipazione è stato da poco diffuso su Facebook. 

r.g.

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