"Il Pd vuole restare unito oppure no?"

"Le nubi che si addensano sulla candidatura di Minniti a segretario nazionale e sul rischio di un suo ritiro alla luce di presunte tensioni con Renzi non lasciano presagire nulla di buono. E' del tutto evidente che il dibattito di carattere nazionale sull'unità del PD e, a questo punto, la sua stessa sopravvivenza, ha un impatto sui congressi regionali in corso, compreso quello piemontese": così Paolo Furia, candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico.

"Il Partito Democratico nasce come casa comune delle culture della sinistra democratica. Io sono tra coloro che pensano, con Zingaretti, che nel paese ci voglia una grande forza popolare e sociale, rinnovata nei metodi e nelle ritualità. Credo nel Partito Democratico che unisce, ma che decide. Nel Partito Democratico che non sia ostaggio da personalismi e da giochi di potere".  

"Mi è capitato di sentire in alcuni dibattiti del nostro congresso regionale alcune persone a sostegno del candidato Marino affermare la necessità di dividersi, di prendere ciascuno la propria strada. E' un'opinione che tra l'altro sembra essere suffragata dalle tensioni nazionali che ho sopra citato. Il senatore Marino si candida a guidare il Partito Democratico Regionale con una mozione dal titolo "Amare il PD". E non dubito dei suoi sentimenti per il partito che ha contribuito a fondare".

"La domanda, però, su come egli giudichi queste tensioni nazionali e le voci sempre più forti e insistenti di una possibile rottura del partito è a questo punto legittima. Risulta a Marino che qualcuno voglia rompere il partito? Risulta a Marino che tra i suoi sostenitori c'è chi il PD non lo ama, ma preferirebbe costruire una forza schiettamente moderata, una forza centrista che non ha più nulla a che vedere con l'orizzonte sociale e laburista del PD che avevamo in mente quando lo abbiamo fondato?".