«Non so più cosa fare, forse l’ultima possibilità è mandare una nota ufficiale alla società dicendo che Pinerolo declina ogni responsabilità per eventuali incidenti che possono accadere all’interno dell’ecoisola» parole del sindaco Luca Salvai che è dovuto tornare martedì sera, in Consiglio comunale, sull’annoso problema dei cercatori di rame e di ferro.
Il tema è stato portato in aula dalla consigliera comunale leghista Aida Revel: «Non mi riferisco a quelli che cercano ferro o rame fuori dall’ecoisola, perché diventa una questione tra privati, ma ci sarebbero, a quanto mi è stato segnalato, persone che entrano all’interno e rovistano nei cassonetti. Io la chiamo appropriazione indebita e mi chiedo cosa intenda fare il sindaco per mettere fine a questa pratica illecita».
Salvai non ha usato mezze parole: «Non usiamo il condizionale, ma il presente indicativo. Il problema c’è e non ci consola il fatto che riguardi anche altri Comuni. L’unico che l’ha risolto è stato Vigone con una costanza dei controlli, perché ha un comandante della polizia municipale particolarmente tenace, che abbiamo anche invitato a Pinerolo per parlarne». Il primo cittadino ha anche spiegato quanto è stato fatto in questi anni e come i vigili abbiano tra i loro compiti stroncare la pratica, ma non sia facile.
Poi ha puntato il dito contro Acea, l’azienda che gestisce l’ecoisola di corso della Costituzione 15: «È stata poco collaborativa», perciò ha ipotizzato la strategia della nota.
Una posizione che l’a.d. Acea Francesco Carcioffo non ha preso bene: «Ci dica il sindaco cosa non avremmo fatto e dovremmo fare e ne parliamo». Carcioffo ha poi spiegato quanto messo in campo negli anni: «Abbiamo segnalato a tutti il problema, dai carabinieri alla prefettura, e ci siamo sempre messi a disposizione anche per indagini. Inoltre abbiamo inserito delle barriere di cemento all’ingresso per cercare di ostacolare l’afflusso dei camioncini di chi cerca di recuperare metalli».