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Politica | 26 marzo 2021, 11:10

Torna la tassa di soggiorno, il mondo del turismo in rivolta: "Allora il Comune ci esoneri dalle altre tasse"

Federalberghi, Confesercenti e il Gruppo Turistico dell'Unione Industriale chiedono di non pagare le altre imposte per il 2021: "Solo così le aziende possono provare a superare la crisi"

Mano che apre la porta di una camera d'albergo

Dal 1° aprile il Comune di Torino chiede di nuovo il pagamento della Tassa di Soggiorno

La tassa di soggiorno su un piatto della bilancia. Tutte le altre sull'altro piatto, per compensare. E' quanto chiede il mondo del turismo torinese al Comune, dopo che è stato ufficializzato il reinserimento della tassa legata alle presenze dei turisti presso le strutture ricettive.

Parlano a una voce sola, Federalberghi, Assohotel-Confesercenti e il Gruppo Turistico Alberghiero-Unione. E se appare ormai inevitabile che dal 1° aprile ritorni il pagamento che era stato sospeso per 9 mesi a causa dell'emergenza Covid, allora la richiesta è di poter essere esentati dalle altre imposte comunali.

"Prendiamo atto della decisione - spiegano le associazioni di categoria - ma

chiediamo l’esenzione dalle altre imposte locali su insegne, intercapedini, occupazione suolo pubblico per parcheggi e tassa rifiuti per sostenere le imprese in questo momento di perdurante crisi economica e di limitazioni alla mobilità delle persone che di fatto rendono impossibile una ripartenza".

Lo scorso anno il Comune di Torino aveva deciso, su richiesta delle tre associazioni di categoria, di sospendere la tassa di soggiorno per il terzo e il quarto trimestre, comprendendo anche i primi tre mesi del 2021. Le imprese turistico-ricettive, anche a fronte del perdurare dell’emergenza sanitaria e della conseguente crisi economica avevano richiesto un prolungamento della sospensione. Ma così non sarà, anche se la tassa di soggiorno resterà invece sospesa nei comuni dell’area Nord Est di Torino (Borgaro, Caselle, San Benigno, San Mauro, Settimo e Volpiano) per i mesi di aprile, maggio e giugno 2021.

"Avremmo certamente preferito una proroga dell’esenzione visto che le nostre strutture continuano ad essere aperte ma vuote e risulta paradossale pagare una tassa di soggiorno se i soggiorni non esistono, tuttavia prendiamo atto di questa decisione del Comune e ci adeguiamo – dichiara Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – ma chiediamo all’amministrazione cittadina di prevedere, come forma di aiuto alle imprese, la cancellazione degli altri tributi locali perché le nostre imprese dopo ormai 14 mesi di pandemia sono allo stremo e l’emergenza non terminerà certamente a breve. Di fronte al crollo del fatturato che supera l’80%, a 3 milioni di presenze turistiche perse e con la Pasqua e i ponti primaverili nuovamente cancellati è necessario che il Governo e gli enti locali assicurino quel sostegno senza il quale sarà difficile restare in piedi fino alla ripresa".

"Il pagamento dell'imposta è un costo che volevamo evitare soprattutto ai nostri pochissimi clienti in trasferta esclusivamente per motivi di lavoro - dichiara Giulia Beccaris, presidente di Assohotel Confesercenti -. Inoltre la reintroduzione genera una competitività al ribasso, disastrosa per il settore ricettivo ormai allo stremo dopo un anno di mancati incassi. Abbiamo proposto che i clienti business possano pagarla una sola volta nel mese, dato che spesso per motivi di trasferta vanno e vengono più volte nel mese, e che venga ribassata. Infine che questa venga reinvestita nel sistema ricettivo in maniera diretta. Ci aspettiamo che il Comune accolga almeno queste proposte".

"Stiamo parlando di importi molto ridotti considerata la bassa affluenza di turisti e nulla di paragonabile a quanto sarà indispensabile investire per ripartire. È necessario un ripensamento complessivo della fiscalità e in questa fase è del tutto evidente che non si possano imporre mille balzelli ad imprese che non incassano quasi nulla e sono in grave perdita – conclude Federico De Giuli, presidente di Gruppo Turistico Alberghiero – Unione Industriale - se c’è la volontà politica laddove non si possano eliminare i tributi è certamente possibile rimodularli. Voglio, infine, ricordare che la tassa di soggiorno è una tassa di scopo i cui proventi devono essere destinati alla promozione turistica. Chiediamo che eventuali incassi siano integralmente spesi per predisporre un piano per la ripartenza con il coinvolgimento di tecnici e degli operatori di cui non si vede traccia a nessun livello di governo".

Massimiliano Sciullo

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