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Attualità | 14 agosto 2023, 13:17

“L’arte è vita”: l’esperienza dell’acquerellista cavourese Caterina Bruno

Dagli anni Novanta espone in mostre collettive e personali. Le sue opere sono state ospitate anche nelle sale dell’Abbazia di Vezzolano

Caterina Bruno tra le sue opere

Caterina Bruno tra le sue opere

Caterina Bruno è un fiume in piena: un fiume di emozioni, storie e immaginazione che non vede l’ora di raccontare e incanalare nelle sue opere, negli acquerelli che compone da trent’anni con soggetti e tecniche molto diverse, ma che riflettono tutte la sua creatività e voglia di tornare bambina, giocando con i colori.

Nata a Pinerolo nel 1951, vive da sempre nella campagna cavourese. “Ho sempre amato dipingere – racconta –, fin da bambina: ma poi si cresce, si inizia a lavorare, ci si sposa e si mette su famiglia, e diventano queste le tue priorità. Con l’inizio dell’indipendenza dei miei figli ho iniziato a riprendere la passione e non l’ho mai abbandonata”. Inizialmente partecipa a corsi, provando varie tecniche, in particolare la decorazione di ceramiche, e approda all’acquerello a metà degli anni ’90. “L’acqua ha una creatività tutta sua, non la puoi comandare, ma solo ascoltare, comprendere e assecondare. L’acqua è vita per tutti, e lo è anche nell’arte: io mi lascio ispirare dal modo in cui si dispongono i colori sul foglio, spesso sono loro a disegnare e io sono semplice osservatrice di immagini che non avrei mai potuto immaginare o creare io. E la meraviglia del vedere un’opera comporsi per la prima volta è un’emozione incredibile” spiega.

In breve tempo Bruno è invitata a esporre i suoi acquerelli in mostre personali e collettive, viaggiando da Cavour a Chieri, Cuneo, Mondovì, Torino e tante altre città: “Un’esperienza bellissima è stata alle Olimpiadi del 2006, con un’esposizione in via Po: grazie all’internazionalità dei visitatori ho potuto vendere alcune opere in tutto il mondo, e conoscere artisti lontani grazie ai commenti degli acquirenti”. Tra le ultime fatiche sono i trentuno acquerelli della mostra itinerante ‘Romanico Motivo’, ideata da Roberto Petrone, che rappresenta le chiese romaniche dell’astigiano e sta viaggiando in questi ambienti, tra cui l’Abbazia di Vezzolano ad Albugnano, Mondonio e Montiglio Monferrato. “L’idea è di valorizzare il territorio e la singolarità di flora e fauna lì presenti attraverso i dipinti. Quello delle chiese romaniche nel Monferrato è un percorso frequentato dai camminatori, che possono così in un unico luogo conoscere tutti gli spunti che il territorio può offrire, o rivederli con una luce nuova”.

In casa, il suo atelier presenta un’immagine vorticante di colori e suggestioni, e in tutte le stanze ha disseminato ogni tipo di opera: centinaia di immagini astratte, ritratti, paesaggi, e le sue ‘casette’, edifici semplici ma coloratissimi e fiabeschi. “I miei preferiti non li venderò mai, e faccio fatica anche a metterli in mostra – rivela –: ne sono profondamente orgogliosa, come dei doni che regalo a me stessa”. Ad altre vecchie opere ha invece dato una nuova vita, ritagliandole e usandole per personaggi e bamboline create con il collage di questi tasselli. “Questi lavori, come il gioco con il colore, mi permettono di tornare bambina. L’arte, come l’acqua, per me è vita: con la morte di mio marito e il trasferimento dei miei figli, sono i miei colori e i miei personaggi a tenermi compagnia, e a farmi vivere con gioia: la vita è bella!” conclude Bruno con gli occhi brillanti di riso.

Rosa Mosso

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