Dal 13 settembre e fino al prossimo 20 ottobre, nella sede dell’Associazione di Tutti i Colori, in via Molina, 16 a Pino Torinese, sarà esposta la mostra del reporter torinese Stefano Stranges dal titolo: “Homeland”.
Si tratta di un progetto fotografico in cui l’autore attraverso 15 immagini tratte da diversi reportage effettuati dal 2012 a oggi, stimola una riflessione sulla ricerca, da parte dell’uomo, del proprio nido, del proprio habitat, anche nelle più estreme delle avversità e indipendentemente dallo sradicamento culturale e dalle possibili difficoltà materiali che questo possa incontrare.
L'uomo trasforma ogni singolo angolo in una casa. In questo spazio fisico e relazionale, l'uomo non solo sopravvive, ma vive. La casa è l'habitat in cui l'uomo ripara, si rifugia, incontra gli altri e condivide sentimenti e quotidianità.
Attraverso le immagini, realizzate in varie parti del mondo e in situazioni diverse, si sottolinea la resilienza dell’essere umano, intesa con la sua accezione fisica che recita: proprietà dei materiali di resistere agli urti senza spezzarsi, dove però i “materiali” sono esseri umani.
“Casa è l’habitat in cui l’uomo si ripara, si rifugia, si incontra con altri uomini - spiega Stefano Stranges - e condivide con questi sentimenti e quotidianità. Il concetto di casa e quello di comunità si intrecciano, illuminandosi a vicenda. Casa è ogni spazio abitato e coabitato. Per questo gli uomini riescono a costruire il proprio nido anche in mancanza di pareti, porte e finestre.
Homeland è una ricerca che come un treno attraversa diverse regioni del mondo ed esplora su un doppio binario il processo di ri-costruzione fisica e emotiva di una dimora, nonostante gli sradicamenti culturali e le difficoltà materiali di coloro che le abitano.
Ogni parte del progetto nasce vivendo in ogni luogo come ospite, per poterne riportare, tramite le fotografie, condizioni di vita materiali e affettive, emotive quindi relazionali.
Fra le mura di gravi disagi e nello spazio circoscritto da condizioni abitative apparentemente proibitive, dimorano con questi uomini anche la progettualità, la speranza, la gioia, la condivisione, il senso della famiglia e di appartenenza a una comunità.
Questa ricerca sociale ambisce a dimostrare come gli uomini siano in grado non solo di mettere radici nel più arido dei deserti, ma anche di fare ombra”.
Stefano Stranges è un fotografo e fotoreporter indipendente italiano. I suoi scatti catturano le dure realtà che attanagliano la società contemporanea, dallo sfruttamento alle guerre civili, dai disastri causati dalle catastrofi naturali alle problematiche dovute ai cambiamenti climatici.
Specializzatosi nel 2012 con un Masterclass della Magnum Photo, i suoi lavori sono focalizzati sul tema reportagistico sociale, alternando servizi istituzionali e reportage di viaggio per agenzie, a collaborazioni con organizzazioni umanitarie e riviste del settore, tra le quali Rolling Stone, Il Reportage, Jesus Magazine, Il Manifesto, La Stampa, La Repubblica.
E’ membro Co-Fondatore del Gruppo didattico fotografico “CollettivoX” insieme ai fotogiornalisti Paolo Siccardi, Max Ferrero e Mauro Donato. Durante le sue diverse tappe di un progetto intitolato Homeland, è stato invitato a presentare ai giovani studenti il suo operato in alcuni college tra India e Bangladesh e in particolare nella prestigiosa Palan School of International Studies di Calcutta.
Da gennaio 2017 alcuni suoi scatti effettuati in Siria nel 2013 sono parte della Mostra tutt’ora Itinerante “EXODOS, storie di persone, arrivi, inclusione”, finanziata e promossa dalla Regione Piemonte. La sua mostra itinerante “The victims of our wealth” è stata finalista al Sifest Premio Pesaresi 2016 e Menzione d’Onore all’ IPOTY- International Photographer of the year.
Oltre alla serie di mostre ed eventi legate ad una attività didattica e di sensibilizzazione anche all’interno di scuole e università, il suo lavoro è stato esposto alla QR Gallery di Bologna durante l’IT.A.CA Festival 2017 e al Museo Piermaria Rossi in occasione del Coscienza Festival 2017.
A luglio 2017, presentando il suo progetto documentaristico/sociale, vince il contest del Festival dei Diritti Umani 2017, iniziando una collaborazione con l’ONG Terre des Hommes e che lo porterà ad esporre il suo lavoro durante la Triennale di Milano 2018.